Bentornato Massa «E dire che guardavo i Gran premi in tv...»

Che meraviglioso incrocio di storie. C’è Schumi che torna dopo tre anni di pensione e c’è Alonso che debutta sulla Rossa e c’è Massa, soprattutto lui. Felipe non rientra dalla pensione come il crucco, Felipe non debutta sul Cavallino come Fernando, no, il paperino sudamericano fa molto molto di più: esordisce nella sua nuova vita di pilota e lo fa con gli attributi, sgombrando subito il campo dalle ultime ostinate incertezze di chi l’aveva visto con l’occhio spento e il viso martoriato a un passo dalla morte in quel di Budapest, oltre sette mesi fa. Felipe primo ferrarista di questa griglia inaugurale del mondiale, a un decimo e rotti dal super Vettel sulla super Red Bull e quasi quattro davanti all’ingombrante compagno spagnolo; Felipe che dice «quanto è bello tornare a correre ed è meraviglioso sentirsi competitivi... e dire che solo fino a poco tempo fa ero costretto a guardare i Gran premi in tv». Poi, diplomatico come sempre: «Grande partenza questa e non solo per me... per tutto il team. Ora scordiamoci quanto accaduto nel 2009 e proseguiamo lungo la strada intrapresa. Questa gara sarà l’occasione giusta per dimostrare a tutti che siamo partiti col piede giusto».
Soddisfatto, perché lo è davvero, anche Alonso finalmente alle prese con una vera F1 dopo i due anni di purgatorio con la Renault, però il suo buonumore cerca di nascondere sapientemente una fastidiosa verità: un po’ gli girano per aver preso qualche decimo da Massa. E infatti: «Con una pista così lunga e simili temperature - mette le mani avanti - riesci a fare la prestazione solo se non commetti errori. Resto felicissimo, ma la gara non è oggi». Massì, un filo gli girano perché è vero che il brasiliano è da una vita in Ferrari e Fernando solo al primo Gp, ma è vero anche che Felipe era fermo da mesi. Per cui... chiamiamolo un segnale interessante.
E gustoso è il segnale arrivato da casa Mercedes (lo ricordiamo: la ex Brawn Gp campione del mondo in carica, ndr) dove Nico Rosberg continua a menar sberle all’enorme connazionale Michael Schumacher costretto, dopo il discorso sullo 007 di giovedì, a scovare nel cilindro qualche aneddoto per mischiare le acque e attenuare il pressing mediatico. «Anche nel 1991», dice, «ottenni il settimo posto in griglia all’esordio...». Nessuno gli ricorda però che il giorno dopo, al via, percorse solo pochi metri. «Comunque», prosegue, «sono soddisfatto della mia prestazione tanto più considerando che mancavo da tanto tempo...». E poi «è stato divertente lavorare con il mio nuovo team e bello sapere che mi sostengono mentre cerco di ritrovare pienamente il ritmo... Diciamo che sono ottimista e che però mi aspetto qualcosa in più».
Interlocutoria la prestazione delle due McLaren da alcuni ritenute «furbette» per via dell’ala posteriore che non si sa se la «muovano» i piloti (ginocchio, gomito, testa) o un qualche congegno che la renderebbe illegale. Fatto sta, Hamilton quarto e Button, campione in carica, solo ottavo.

Facce scure, dunque, non certo come quella del gran capo Ferrari Stefano Domenicali, che interpellato a caldo, ancora sul muretto, ha sottolineato sollevato: «Ritrovarci in prima fila dopo che alla fine della scorsa stagione eravamo dietro di un secondo e mezzo vuol dire che d’inverno non abbiamo dormito... Grazie ragazzi». A casa e nel paddock.

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