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BENVENUTI ALLA PORTINERIA DI DARIA

Non ci sono più le portinerie di una volta. Nemmeno loro. Tanto è vero che quelle rimaste fanno orario sindacale. Chiudono prima la sera, fanno la pausa di mezzogiorno. Di conseguenza, non ci sono nemmeno più le portinaie di una volta. Quelli di oggi vanno anch’essi di fretta e non sembra abbiano molto tempo per occuparsi dei fatti altrui, per informarci di quel che combina l’inquilina del terzo piano o anche solo per intrattenerci a commentare gli ultimi pettegolezzi d’alto bordo. Non ci sono più le portinerie di una volta, però in compenso ci vengono in soccorso le Invasioni Barbariche (venerdì su La 7, ore 21,30), talk show partito con qualche ambizione ma poi sceso a più oculati compromessi con il successo, arrivato grazie all’accattivante riuscita delle «interviste barbariche», elemento ormai centrale del programma. In queste interviste l’aria un po’ snob di Daria Bignardi si combina chimicamente con la materia grezza del pettegolezzo, cercato e servito con aria intrigantemente spigolosa, tessendo una ragnatela di piccole provocazioni, di curiosità impertinenti, di domandine giocosamente inziganti in cui l’ospite di turno rischia di rimanere invischiato e di mostrare qualche lato insolito. Del resto è difficile, per un intervistato, mantenere il necessario distacco e fare finta di niente ogni qual volta la conduttrice, appena saputo di una nuova amicizia o di un nuovo incontro confessato dal suo ospite, gli chiede con insistenza: «Ma lui ci ha provato? Ma vi siete baciati?». E poi, entrando nel dettaglio: «Ma ha messo la lingua?». Ecco, è soprattutto la ricorrente insistenza nel chiedere se in un bacio, anche il più innocente, l’altro «ha messo la lingua?» a rendere ineguagliabili le interviste barbariche del resto ricche di domande di questo tipo, formulate talvolta con finta nonchalance, altre volte con sadismo perfettamente controllato, proprio di chi non si preoccupa minimamente di mettere a suo agio l’ospite. Nell’Antica Portineria del Corso di Daria Bignardi capita poi un altro momento-clou, quello delle domande «pistola alla tempia» in cui viene chiesto al malcapitato, ma soprattutto alla malcapitata, se preferirebbe passare una notte d’amore con Emilio Fede o Chicco Mentana, con Vittorio Feltri o Paolo Mieli.

Prima o dopo qualcuno, statistiche alla mano, si preoccuperà di tenere il conto di quante volte l’ipotesi «notte d’amore con Fede» abbia strappato l’imprecazione strozzata «Mio Dio no!», rispetto al «Ma tu Bignardi mi vuoi morta» riferita all’eventualità-Mentana, o al disperato outing «Piuttosto con te Daria» al solo pensiero di doverlo fare con Feltri. Ma sono le regole dell’Antica Portineria del Corso di Daria Bignardi, e non ci si può sottrarre.

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