Economia

Benzina, natale amaro: verde sfonda 1,46 euro

Sarà l'ennesimo Natale amaro per gli automobilisti italiani, con la benzina che sfonda 1,46 euro e il pieno che costa 8 euro in più rispetto allo scorso anno (+12%). Mentre il settore aspetta che il governo faccia ripartire l'iter per la riforma della rete di distribuzione, sostanzialmente bloccato dal voto di sfiducia alla Camera, le compagnie mettono mano al listino, facendo tornare i prezzi ai massimi da settembre 2008.
Secondo le rilevazioni di Quotidiano energia, a sfondare la soglia di 1,46 euro è Tamoil, che ha raggiunto quota 1,461 euro, mentre Shell e TotalErg hanno applicato ritocchi di una manciata di millesimi. Per un pieno di un'automobile di media cilindrata si spendono dunque circa 73 euro, contro i 65 del Natale dello scorso anno, quando la benzina non arrivava a 1,3 euro. Si tratta di 8 euro in più per ogni pieno che, per le famiglie intenzionate a partire per le feste, rappresenteranno un ulteriore aggravio. A pesare è naturalmente il prezzo del petrolio, che un anno fa si aggirava sui 72 dollari, contro gli 87 di questi giorni, e quindi le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati (Platts). Consumatori e opposizione, però, se la prendono con governo e petrolieri.
Secondo Adusbef e Federconsumatori il nuovo rialzo è «inspiegabile e del tutto ingiustificato»: «Non vorremmo essere costretti a pensare che, in vista del weekend che precede le festività natalizie, si tenti di fare cassa a spese degli automobilisti, costretti a pagare ben 7-8 centesimi in più del previsto», che vogliono dire, tra costi diretti e indiretti, 179 euro annui. «Uno dei regali di Natale del governo agli italiani è il caro benzina», accusa Andrea Lulli del Pd, secondo cui «il continuo e progressivo aumento del costo dei carburanti aggrava ulteriormente il potere d'acquisto delle famiglie italiane sempre più tartassate», con il governo che «è rimasto inerte, senza far nulla per ridurre gli incrementi ingiustificati dei prezzi ma continuando a difendere gli interessi delle lobby e lasciando invece soli i cittadini».

L'attesa è in particolare per la legge sulla concorrenza, che contiene la riforma del settore: il testo è ormai pronto ma, secondo quanto si apprende, difficilmente sarà portato dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani all'attenzione del Consiglio dei ministri prima della fine dell'anno.

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