Benzina a prezzi stellari. E la spesa costa 700 euro in più

Non basta più parlare di carovita: ormai è il carrello della spesa l’unità di misura della crisi. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat ad aprile, il rincaro annuo dei prodotti a maggiore frequenza di acquisto - dal cibo ai carburanti - è del 4,7%, che non solo è il livello più alto dal settembre del 2008, ma soprattutto scavalca il tasso d’inflazione, che resta invece stabile al 3,3% rispetto all’aprile 2011.
La spiegazione non è difficile da trovare: si chiama benzina. In un anno il prezzo è aumentato del 20,8%, superando il record di marzo, quando già costava il 18,6% più dello stesso mese del 2011: una fiammata come non si vedeva almeno dal 1996, inizio della serie storica. La controprova è presto fatta: al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo resta stazionario al 2,2%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, comprensivo dei tabacchi - il cosiddetto Nic - registra invece un aumento dello 0,5 per cento rispetto a marzo mentre è al 3,3 per cento nei confronti di aprile 2011,lo stesso valore registrato a marzo. Per quanto riguarda infine l’inflazione acquisita per il 2012, è pari al 2,7% a fronte del +2,3% segnalata il mese scorso.
Dal canto suo, l’Unione petrolifera interviene per sottolineare il peso delle accise sui rincari dei carburanti. Confrontando aprile su aprile, spiegano i petrolieri, bisogna tenere conto dell’aumentato carico fiscale intervenuto proprio in quel periodo: quindi la sola componente accise (senza Iva, nel frattempo passata al 21% e che si scarica anche sul prezzo industriale) per la benzina è aumentata del 23% e per il gasolio del 37 per cento.
Intanto, dopo settimane di rialzi per i carburanti arriva il primo ribasso. A mettere mano alle colonnine è l’Eni, leader di mercato, tagliando i listini di un cent al litro per la verde e di 0,5 per il diesel. I prezzi massimi per il servito restano elevati con 1,981 euro per la verde, 1,812 per il diesel e 0,910 per il Gpl. Il prezzo medio - secondo la rilevazione di Quotidiano energia - va da 1,889 al litro per l’Eni al 1,901 per Shell e Tamoil. Si spende meno con la benzina «no logo»: 1,781 al litro.
Ma le preoccupazioni restano, tanto più che dietro l’angolo incombe l’aumento dell’Iva, previsto a ottobre: «Si rifletterà direttamente sull’aumento dei prezzi - avverte Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione - portando un ulteriore impatto negativo sui redditi delle famiglie e su tutta l’economia italiana che vive di domanda interna. A tal proposito guardiamo con grande attenzione alle iniziative che il governo prenderà sulla spending review».
Anche Confesercenti torna a ribadire l’assoluta necessità di interventi. «L’inflazione - spiega in una nota - non cresce ma questo dato rischia di essere la sintesi di due situazioni negative che si contrappongono: da una parte gli interventi fiscali e dall’altra la forte crisi dei consumi».

Secondo il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, il dato tendenziale sull’inflazione è «assolutamente in linea con le nostre previsioni, che indicano dopo un lieve rallentamento da giugno una chiusura d’anno abbondantemente sopra il 3%». E commenta: «Non c’è niente da fare. Bisogna solo lavorare per far crescere il Paese e con la spending review e la restituzione dei proventi dell’evasione fiscale, evitare l’aumento dell’Iva previsto per ottobre».

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