Beretta: "Pisapia aumenterà le tasse ai milanesi"

Ici su case e attività, tariffe comunali. L’assessore al Bilancio legge il programma elettorale della sinistra e ci trova la solita ricetta: "Nuove spese e tributi". E spuntano vecchi tic: "Sull’urbanistica idee sovietiche"

«Partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. E tutto questo con i soldi degli altri». Winston Churchill parlava dei laburisti inglesi, ma a giudicare dal programma di Giuliano Pisapia - nell’analisi che ne fa assessore al Bilancio, Giacomo Beretta - l’impietosa citazione del vecchio primo ministro britannico calza a pennello alla sinistra che si candida ad amministrare Milano con l’ex deputato di Rifondazione Comunista.
Allora, assessore, lei cosa ci vede nella «Officina programmatica» di Giuliano Pisapia?
«L’idea che mi sono fatto è che ci propongono nuove tasse. Se vuoi spendere, come dicono, senza intervenire sul patrimonio immobiliare - visto che garantiscono di non voler vedere i cosiddetti “gioielli di famiglia” - non resta che la rimodulazione dei tributi locali, e l’introduzione di nuove tasse».
Nel programma le tasse sono un po’ nascoste...
«Ovviamente non hanno il coraggio di dirlo in modo esplicito, ma basterebbe guardare a quel che hanno proposto in questi anni in sede di discussione di bilancio. Basilio Rizzo della Lista Fo chiede espressamente nuove tasse. Ma il Pd, dico il Pd, ha proposto un emendamento che introduce il salario minimo garantito, senza copertura finanziaria. Ci dicano dove prendono le risorse per queste cose».
L’Ici? Nel programma di Pisapia oggi si parla di una revisione del catasto immobiliare.
«Rivedere il catasto significa rivedere gli estimi, è una tassa mascherata. E, attenzione, non parliamo solo di seconde case, ma anche di Ici per attività commerciali, artigianali, uffici».
Non avete fatto delle revisioni in questi anni?
«In alcune zone del centro che avevano valori catastali agricoli o quasi. Loro lo propongono su tutto».
Un altro passaggio centrale, che risulta un po’ oscuro, è questo: «Si privilegerà il prelievo sull’utilizzo/consumo della città rispetto al prelievo sul reddito». Che significa? Tariffe?
«Certo, glielo dico io che significa. Significa aumentare la Tosap, la tassa sull’occupazione del suolo pubblico. Ma significa anche aumento delle tariffe per le strisce blu. Il vero tema è un altro».
Qual è il vero tema?
«La vera battaglia che stiamo portando avanti è su tutta quella massa di persone che viene a Milano e utilizza la città. Per il Comune si è calcolato un onere da 270 milioni. Il tema, che interessa Milano e le altre grandi città, è inserire nel fondo perequativo per la distribuzione delle risorse questo criterio dei city users. Solo che a Roma il Pd e Fli si mettono di traverso su questo».
Torniamo al programma. Pisapia promette di recuperare sull’evasione...
«Su questo siamo già più avanti. È dal 2005 che sui lavora su questo. Siamo partiti da un recupero di 20 milioni di euro, e oggi siamo a 2-3. Abbiamo già fatto accordi con l’Agenzia delle entrate per controlli incrociati e accordi con i notai per il pagamento della Tarsu».
Sul patrimonio immobiliare la sinistra chiede un «approccio alternativo».
«È un modo per dire che abbiamo fatto un buon lavoro, anche se in aula fanno finta di essere contrari. Sanno bene che non abbiamo svenduto».
Vorrebbero mettere tutti i diritti edificatori accesi dal Pgt in un fondo immobiliare municipale di sviluppo.
«Tutti i diritti in un fondo per farli vendere al pubblico? Mi sembra una cosa sovietica. Su questo è il mercato che decide, dove ha interesse a sviluppare investimenti. Il pubblico regola, non decide».
Capitolo consulenze...
«Erano convinti che spendessimo 50 milioni l’anno. In realtà sono in 5 anni, su bilanci da 11 miliardi.

E si contano anche le spese per i centri di aggregazione, molte attività sociali in periferia, i corsi di ballo per anziani».
Dunque dove prenderanno le risorse?
«Dalle tasse. Oppure possono sempre vincere al Superenalotto».

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