da Berlino
Prima o poi doveva accadere. E ad aprire la strada è Berlino, che conferma, ancora una volta, lobiettivo di contendere ad Amsterdam il titolo di capitale europea del movimento omosessuale. Sulle rive della Sprea sorgerà una casa di riposo appositamente creata per gay e lesbiche. È, a quanto pare, una prima volta assoluta nel vecchio continente. La struttura, realizzata dallorganizzazione «Village», aprirà i battenti il prossimo 18 gennaio a Pankow, un quartiere nord-orientale della capitale, dove la vecchia Germania Est aveva concentrato le sedi dei principali ministeri, e potrà ospitare fino a un massimo di 28 persone, in 18 camere singole e 5 doppie. La casa di riposo non sarà comunque completamente off-limits agli anziani eterosessuali, che potranno fare domanda per essere accolti.
Oggi, secondo le stime, oltre 1.300 anziani tra gay e lesbiche sono ospitati a Berlino in strutture pubbliche. Una cifra che conferma la forte e tradizionale presenza di omosessuali nella vita della città. Omosessuale è del resto anche il sindaco, Klaus Wowereit, diventato famoso per il suo outing pubblico qualche anno fa («Sono gay e va bene così»), spesso fotografato con il fidanzato e sempre in prima fila nelle manifestazioni omosessuali, nonchè esponente di punta del partito socialdemocratico.
A completare il quadro della città il record fatto segnare a fine 2007, quello dei single: in tutto sono 1,7 milioni le persone che vivono da sole. Un primato a cui la presenza gay ha dato un contributo significativo.
Quanto alla storia, a Berlino (che ospita lo Schwules Museum, lunico museo europeo dedicato alla storia del movimento gay) è nata la prima rivista del movimento omosessuale: Der Eigene, pubblicata a partire dal 1897. Mentre negli anni Venti, e fino alla salita al potere del nazismo, la città divenne il centro di raccolta di un movimento gay famoso per la vita notturna e per i cabaret nella zona di Nollendorfplatz (ancora oggi uno dei centri della vita omosessuale berlinese) in cui tra laltro esordì una giovanissima Marlene Dietrich.
Allora come oggi latteggiamento della città sembra ispirato alla massima tolleranza. Confermata, anche a livello nazionale, dalla recente rivelazione di Anne Will, una delle più conosciute giornaliste televisive tedesche.
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