nostro inviato a Praga
Prima a Londra, dove cerca di conciliare le posizioni di Sarkozy e Brown su misure anticrisi e black list dei paradisi fiscali. Poi a Baden Baden, dove fa da paciere tra l’Ue e la Turchia sulla nomina di Rasmussen a segretario generale della Nato. E infine a Praga, dove rilancia la «via del compromesso» per risolvere l’impasse sull’ingresso della Turchia in Europa. Al termine del tour de force internazionale che si chiuderà solo domani a Mosca, Silvio Berlusconi non nasconde di trovarsi a suo agio nei panni del mediatore. Con un occhio a Barack Obama, con il quale c’è «sintonia assoluta» e a cui «faccio i complimenti per la sua saggezza e la sua profondità». Con il presidente americano, spiega il premier, ci vedremo presto. «Mi ha invitato ad andare a Washington prossimamente», dice ai giornalisti che gli chiedono quando si terrà il primo bilaterale Italia-Usa. La data «è ancora da decidere», ma «sarà solo una visita di cortesia come presidente del G8» per preparare i temi che saranno discussi nel summit de La Maddalena. Con la Casa Bianca, insomma, nessun problema perché, spiega Berlusconi, «in questi giorni ci siamo parlati un mare di volte» e «c’è piena consonanza di vedute».
Un annuncio, quello della visita negli Stati Uniti, che il Cavaliere non sembra troppo ansioso di dare se lo fa solo al termine della conferenza stampa che chiude il vertice Usa-Ue e per di più per rispondere a una domanda di un giornalista. Ed è proprio il premier ad ironizzare sull’attenzione che la stampa dedica alla questione. «Gli ho detto ridendo – scherza – che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al fatto che non c’è stato questo bilaterale. E ho aggiunto: “Se me lo chiedi, io te la concedo...”». Una battuta su cui «abbiamo riso» insieme.
Ed è proprio nel summit di Praga che Obama e Berlusconi si ritrovano sulle stesse posizioni, in un vero e proprio braccio di ferro con Germania e Francia sull'ingresso della Turchia in Europa. «Come la maggior parte dei Paesi europei – dice il Cavaliere che da tempo è su questa linea – l’Italia è al fianco del presidente americano nel guardare con favore all’ingresso di Ankara nell’Unione europea perché, come ha detto Obama, è un Paese di marca fra il mondo occidentale e il mondo musulmano». Insomma, «sarebbe un arricchimento». E secondo il presidente del Consiglio - da sempre sostenitore della via dell'integrazione - «un compromesso per superare le resistenze» di Parigi e Berlino «è possibile». Ciò che «temono soprattutto Francia e Germania», infatti, «è la possibilità di un grande afflusso di cittadini dalla Turchia visto che loro hanno già una grande presenza di comunità turche». La strada da seguire, ipotizza Berlusconi, potrebbe essere «quello che si è già fatto con Paesi come la Romania e la Bulgaria». E cioè «mettere una regola che dice che nonostante l’entrata in Europa si rimanda la possibilità di un libero flusso» dei cittadini più avanti nel tempo. Secondo il Cavaliere - che con Erdogan ha rapporti stretti come ha testimoniato anche il riconoscimento del presidente turco Gul sul ruolo avuto da Berlusconi nella nomina di Rasmussen - è dunque questa la via giusta per risolvere l’impasse. Anche se, aggiunge, su questo «previsioni certe non se ne possono fare».
Una convergenza, quella tra Stati Uniti e Italia sulla questione Turchia, che si ritrova anche sui temi economici. «Sulla necessità di tutelare i posti di lavoro – spiega il premier – io e il presidente Obama abbiamo detto esattamente le stesse cose: non dobbiamo lasciare a casa nessuno di coloro che perde il posto di lavoro e non dobbiamo lasciarlo senza sostegno. Questo, durante una crisi, è il dovere di uno Stato pensoso dei suoi cittadini». D’altra parte, aggiunge, «noi abbiamo come nostra filosofia l'economia sociale di mercato» e «che sociale sarebbe se lasciassimo nell’emarginazione coloro che non hanno più un lavoro?».
Dopo Londra, Baden Baden e Praga, oggi Berlusconi chiuderà il tour de force internazionale a Mosca. La due giorni del Cavaliere è il culmine della super-missione imprenditoriale organizzata da Confindustria, Ice e Abi per favorire le relazioni commerciali tra i due Paesi. Una missione focalizzata su temi economici che si dovrebbe concludere all'aeroporto Vnukovo-2 con Berlusconi e Putin ai comandi del Superjet-100, sviluppato da Alenia Aeronautica e dalla russa Sukhoi.
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