Roma - "Il partito si chiamerà Popolo della Libertà o Partito della libertà, vorrei che fosse un'assemblea di cittadini a decidere...", Silvio Berlusconi è emozionato quando inizia parlare durante l'affollatissma conferenza stampa nel Tempio di Adriano. E usa toni pacati, misurati, quando dice: "Abbiamo tutti la responsabilità di non disperdere i milioni di firme raccolte per le elezioni anticipate nei litigi e nelle ripicche della politica politicante, perché questo sarebbe fatale". Milioni di firme: 10 milioni. "Venerdì sabato e domenica grazie al generoso impegno di migliaia e migliaia di volontari si è svolta la più grande mobilitazione nella storia dell’Italia repubblicana, con quasi 8 milioni che hanno firmato per chiedere di tornare a votare. A questi 8 milioni di cui abbiamo certezza vanno ad aggiungersi gli oltre 2 milioni raccolti dalle associazioni come i Circoli del buon governo e delle libertà. Quelle firme - ha aggiunto - rappresentano l’energia sulle quali l’Italia può contare per non rassegnarsi ad un futuro incerto e illiberale».
Il partito nascerà dalla gente Così il Cavaliere annuncia che i gazebo saranno nelle piazze e nelle città d'Italia anche venerdì, sabato e domenica: "È nostra intenzione che il nuovo partito nasca non come una fusione a freddo, come il Pd, ma dal basso, dalla gente. Per questo, nel prossimo week-end ci saranno ancora gli stessi gazebo per raccogliere le adesioni al nuovo partito».
ll simbolo Durante la conferenza stampa appare anche il simbolo del nuovo partito, sullo schermo alle spalle del Cavaliere, uno sfondo azzurro on la scritta Il popolo della libertà e in basso i colori della bandiera italiana verde, bianco e rosso.
Le primarie "Non c’è altra via per assumere la rappresentanza di coloro che vorranno far nascere dalla gente questo nuovo partito che passare da elezioni interne". E allora, "potranno candidarsi tutti, le porte saranno non aperte ma spalancate".
Il partito e il Ppe Il nuovo Ppl apparterrà alla "grande famiglia maestra della democrazia europea del Ppe", acronimo che a suo dire significa non più Partito popolare europeo ma "European People Party".
"Gli alleati confluiscano" "Con chi dialogheremo? Con tutti, a partire dagli alleati; e poi con le forze che per noi sono la nostra opposizione. A tutti rivolgiamo un appello accorato di confluire con noi. Il nostro programma è chiaro, quello dei nostri 5 anni di governo". Così Silvio Berlusconi risponde a una domanda, durante la conferenza stampa. Gli elettori, sottolinea l’ex premier rivolto agli alleati, "sono più avanti" dei partiti.
"Fini? Non rispondo a piccole polemiche" "Non rispondo a piccole polemiche del momento o occasionali, nè se vengono dagli alleati nè se vengono dai nostri competitor", Berlusconi evita altre polemiche, rispondendo a una domanda sull’atteggiamento critico di Gianfranco Fini di questi giorni. "Dobbiamo guardare a ciò che pensa la gente che vuole una forza unita che li rappresenti - ha aggiunto l’ex premier - e spero che chi non la pensa in questo modo cambi presto idea".
"Con Bossi nulla è cambiato" Il Cavaliere rivela anche di aver avuto due colloqui telefonici con Umberto Bossi per spiegargli la sua strategia sulla nascita del nuovo partito del centrodestra. "La Lega - non è mai stata chiamata, neanche in passato, a far parte di un partito del centrodestra. La lega è una forza autonoma e potrà avere con la nuova forza politica gli stessi rapporti del passato".
"Il bipolarismo è finito" Il nuovo partito non viene fondato "contro qualcuno. Non è contro nessuno", assicura infatti lo stesso leader della Cdl che promette "porte spalancate a tutti". Quello che probabilmente si chiamerà partito della libertà, ma il cui nome definitivo sarà scelto direttamente dai cittadini, "cerca di superare i veti e i giochetti che hanno contraddistinto fino ad oggi la politica italiana"», spiega Berlusconi che invita a guardare cosa accade nella "sinistra che è destinata all’immobilismo e che è incatenata alla matrice ideologica della sua ala estrema e massimilista". Ma il nuovo partito nasce soprattutto perchè, sottolinea con forza il presidente di Forza Italia, perché "sono convinto che il bipolarismo, ora, con la frammentazione dei partiti che c’è in Italia, non è più funzionale".
E rivela il contenuto di una telefonata di questa mattina con il direttore del Foglio ed ex ministro del suo governo, Giuliano Ferrara. "Anche lui, che mi ha introdotto ai vari sistemi e ha sostenuto il bipolarismo, stamattina si è detto d’accordo con me, perchè questa formula che pure è la più idonea alla democrazia, oggi in Italia con le forze politiche e le individualità in campo non è più possibile". Berlusconi sottolinea infatti come si debba "contattare con i partiti ogni decisione" e diventi difficile "realizzare un programma duro per uscire dalla nostra situazione e guardare al futuro".
"Sì allo sbarramento, troppi partiti" "Sono per lo sbarramento elettorale, perchè in parlamento siamo esposti al ridicolo nei confronti degli osservatori stranieri per il numero di partiti che abbiamo", ha spiegato l'ex premier.
"Se il governo cade c'è solo il voto" "La via maestra della democrazia è tornare a votare, non ci sono alternative", non cambia linea Berlusconi. Del resto "questo governo ha il consenso solo di un italiano su cinque", quindi... "Non ho mai parlato di far cadere il governo - ha aggiunto - ho sempre detto che secondo me ad un certo punto dei senatori non sarebbero più riusciti a votare in contrasto con i loro convincimenti". Berlusconi ribadisce: "L’implosione c’è stata". "Siamo in un momento storico e abbiamo il dovere di assumere con responsabilità la decisione che stiamo prendendo.
Tutti uniti dobbiamo chiedere che questo governo vada a casa", così il leader azzurro ha poi parlato alla folla che lo applaudiva davanti al maxischermo inpiazza di Pietra: affollatissima per seguire in diretta le parole del Cav che poi ha fatto l'ennesimo bagno di folla, facendo il bis di Milano.
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