Berlusconi in campo: "Con il Colle c’è sintonia Lealtà al governo Monti"

Il Cavaliere: "Aiuteremo il governo a fare le riforme. Il premier? Ho suggerito io il suo nome a Napolitano"

Berlusconi in campo: "Con il Colle c’è sintonia Lealtà al governo Monti"

Roma - «Io tradito da Napolitano? Niente affatto. Fui io a indicare Monti». Silvio Berlusconi in una intervista all’agenzia di stampa spagnola Efe, soffia via la polvere d’arsenico e i tanti sospetti che ancora avvolgono il passaggio di consegne dello scorso novembre e detta la sua verità, assicurando di non sentirsi tradito. «Mi sono dimesso per senso di responsabilità e per senso dello Stato, per togliere pretesti a chi speculava sull’Italia».

«Fui io a indicare Monti nel 1994 come Commissario Europeo e a confermargli la fiducia per il secondo mandato. Conosco bene la sua serietà e competenza e gli sono al fianco con lealtà» aggiunge Berlusconi. L’ex premier incoraggia il suo successore ad andare avanti: «In questo momento dobbiamo tutti lavorare nell’esclusivo interesse dell’Italia. Dobbiamo liberarci dalle incrostazioni strutturali e burocratiche che ostacolano la crescita. Mi aspetto pure che Monti faccia sentire la voce dell’Italia in Europa con ancor maggiore forza e determinazione». «Ero nel giusto - prosegue Berlusconi - quando dicevo che le misure d’austerità non sarebbero bastate e bisognava cambiare le regole di questa Europa che è un’unione monetaria ma non politica, con una banca centrale priva degli strumenti di qualsiasi altra banca centrale. Sono stato il primo a dire che bisognava investire per far ripartire le economie, e che gli investimenti infrastrutturali dovrebbero essere favoriti dall’emissione di bond europei». Piuttosto, questo governo di tecnici «deve anche mirare a realizzare quella riforma dell’architettura istituzionale indispensabile per la governabilità dell’Italia». Così come non deve avere timidezze nell’affrontare la riforma del mercato del lavoro.

Su questo punto l’auspicio di Berlusconi è chiaro: «L’articolo 18 non sia un tabù». «Spero che Monti riesca a rendere più flessibile il mercato del lavoro e a realizzare un’effettiva libertà di concorrenza per restituire competitività all’Italia. Potrà contare sulla leale collaborazione del Pdl e mia personale. Della modifica dell’articolo 18 se ne deve poter discutere. Noi proponemmo di modificarlo almeno per i nuovi assunti, ma la reazione, soprattutto dei sindacati, fu furibonda. Alla fine quest’idea è tornata».

La polemica sulla frase di Monti sul posto fisso? «Voleva dire che nel mondo di oggi l’obiettivo non può essere mai il posto fisso ma il lavoro in sé. Nessuno meglio di me può sposare questa tesi. Nella vita non mi sono mai fermato, ho sempre affrontato sfide nuove: costruzioni, televisione, sport, politica. Monti non voleva certo elogiare il precariato».
L’ex premier si sofferma, poi, sul complicato mosaico del centrodestra. «Oggi la Lega vuol dimostrare la sua identità e ha una posizione diversa riguardo al governo. Questo non significa la fine della nostra alleanza. Per il futuro si potrà avere una forte e leale collaborazione a tutti i livelli». Una speranza che si proietta anche verso l’Udc. «Mi auguro che Casini e il suo partito, che è con noi in Europa nel Ppe, abbiano la saggezza di capire che in Italia i moderati sono la maggioranza, ma vincono solo se restano uniti». Berlusconi ritorna poi sull’offensiva giudiziaria ai suoi danni.

«I processi sono strumentali e gli italiani lo sanno, altrimenti non avrebbero continuato a votarmi. È tuttora in corso una campagna di calunnia, persecuzione e diffamazione a livello internazionale nei miei confronti. È stato un danno più per l’Italia che non per me personalmente». L’ultimo pensiero è rivolto al futuro. «Mi presenterò per il Parlamento, ma non per la presidenza del Consiglio.

Il Pdl ha eletto all’unanimità come segretario un giovane bravissimo, Angelino Alfano, che ha 35 anni meno di me. Tutta la mia generazione deve fare un passo indietro. Io avrò un ruolo di padre fondatore. Darò il mio contributo alla campagna elettorale quando la parentesi del governo tecnico si chiuderà».

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