Ripartire dalla spinta liberale. Al di là del nome che potrebbe avere, in futuro, il Popolo della Libertà, quello che conta è il progetto. Proprio per questo l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha deciso di riprendere in mano il timone del Pdl. Nell’intervista apparsa sul giornale Bild, l’idea del cambio di nome da Popolo della Libertà a Forza Italia è stata subito equivocata (dagli ex An) scatenando un acceso dibattito all'interno del partito. "Si tratta, com’è logico ed evidente non già di una decisione assunta - ha spiegato oggi il Cavaliere - ma solo di un’idea, di una proposta, da discutere e da verificare nelle sedi proprie".
Il progetto per rilanciare il partito, invece, è già partito. Proprio oggi, a villa Gernetto, a pochi passi da Milano, si è tenuto un summit riservatissimo con vecchi forzisti, come l'onorevole Antonio Martino, e premi Nobel per discutere della tenuta dell'Unione europea e del futuro dell'euro. Secondo fonti di via dell’Umiltà, potrebbe così ripartire il progetto liberal degli anni Novanta. Progetto che, però, rischia di incontrare l’opposizione di ex An e "frondisti", come Beppe Pisanu. "Il Popolo della Libertà è un progetto nato da una straordinaria intuizione che ha consentito di raccogliere i voti di milioni di italiani - ha sottolineato il segretario Angelino Alfano - a quel progetto siamo affezionati". L'ex Guardasigilli ha rimarcato che non è un problema di nomi, ma di sostanza. "Su questo - ha spiegato Alfano - dovranno pronunciarsi i più alti organismi previsti nello statuto del Pdl". Dopo la pubblicazione dell'intervista sulla Bild, gli ex colonnelli di Alleanza nazionale non hanno tuttavia fatto notare la propria avversione a fare un passo indietro. "Abbiamo accolto di buon grado la ricandidatura di Berlusconi - ha commentato Ignazio La Russa - come la migliore per difendere la storia dei suoi governi ma non siamo disposti a dimenticare che abbiamo un progetto, voluto dallo stesso Berlusconi". L'ex ministro Giorgia Meloni non usa mezzi termini: "Io in Forza Italia non ci vado. Alleati sì, sottomessi mai".
In realtà, come ha subito fatto notare Berlusconi in una nota, il cambio del nome al partito è solo una delle ipotesi al vaglio dei vertici del Pdl. Quello che più ha a cuore il Cavaliere è infatti il programma da presentare alle prossime elezioni politiche. Da qui l'idea di coinvolgere al tempo stesso gli elettori da una parte e gli economisti liberali. Berlusconi avrebbe già
individuato alcuni temi su cui "martellare" e che saranno parte integrante della nuova piattaforma programmatica. Una prima indicazione per i "cavalli di battaglia" delle prossime politche arriva dal sito del partito: da venerdì sull’home page appare la copertina "Lo spread non si ferma... ma non era colpa di Berlusconi?". Sullo sfondo azzurro è disegnata la curva dei titoli di Stato che continua salire.
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