«Berlusconi al governo? C’è e ci resterà»

Di Pietro insiste, però alla fine ammette: «Il governo Berlusconi esiste ed esisterà». Perché «il sistema d’informazione italiano si ostina a propagandare o quest’uomo o un’alternativa a quest’uomo inesistente, dilaniata da bassezze e guerre intestine, incapace di offrire una visione del futuro, che nicchia una volta verso Cuffaro e l’altra verso Galan». E parte all’attacco dell’alleato Veltroni: «Quando era riformista, fu d’accordo su questa posizione, e in virtù della comune visione accettammo di unirci in coalizione». Una linea che costò la testa al povero Uòlter. Ma ora Di Pietro dimentica e colpisce duro: «L’Italia dei valori mantenne la parola di fare opposizione, che divenne l’unica; lei fece la parte dell’agnello sacrificale».
Tonino oggi s’offende, non dimentica, e presenta il conto a Walter. «“La colpa dei mali del Paese non è tutta di Silvio”, dice Veltroni e fa bene, ma l’accenno di buonsenso sciama nel prosieguo: “ma anche di dirigenti del Pd e di Di Pietro”. Mi aspettavo ci mettesse anche Grillo, nel suo ultimo colpo di coda, l’ex-Veltroni riformista. E invece no: Beppe è stato graziato dallo scaricabarile».

Scrive così sul suo blog il leader Idv, che aggiunge: «Signor Veltroni, il governo Silvio Berlusconi IV esiste grazie alla sua stretta di mano privata in odor d’inciucio a cui seguì la caduta del governo Prodi; è passato, prima del suo sacrificio, per i governi D’Alema, che non hanno mai messo in discussione il gigantesco conflitto di interessi dell’attuale Premier; è stato coltivato da una ingenua logica possibilista confusa con il dialogo politico, goffamente predicato con l’etichetta del suo riformismo e boicottato dai suoi stessi colleghi di partito».

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