Berlusconi invita a cena il Pdl: «A Milano vinciamo subito»

Striscioni e palloni azzurri con la scritta «Silvio resisti». I fan di Berlusconi si sono messi in fila già alle 8, quando il premier è arrivato davanti al tribunale ieri mattina per il processo sui diritti tv che lo vede imputato erano circa 200 e lo hanno accolto con un’ovazione che ha superato i fischi degli anti-Cav. «Grazie per il vostro sostegno, vi assicuro che me lo merito totalmente» ha ricambiato. Un clima che promette bene per domenica prossima, quando il leader del Pdl arriverà alle 11 al teatro Nuovo per lanciare con Letizia Moratti il programma elettorale per il bis a Palazzo Marino. E una consolazione agli attacchi delle toghe: ieri sera Berlusconi si è sfogato a lungo con i suoi colonnelli. Per scaldare la squadra mentre la campagna per le comunali entra nel vivo, ha riunito a cena a Villa Gernetto a Lesmo gli oltre cento eletti del Pdl in Lombardia. Ministri (da Ignazio La Russa a Mariastella Gelmini, Michela Vittoria Brambilla, Gianfranco Rotondi), parlamentari e senatori, assessori e consiglieri del Pirellone (c’era anche Nicole Minetti, coinvolta nel caso Ruby), coordinatori regionali e provinciali, deputati Ue. Tra gli ospiti il sindaco Moratti, il governatore Roberto Formigoni, il presidente della Provincia Guido Podestà oltre ovviamente al coordinatore lombardo del partito Mario Mantovani e la vice Viviana Beccalossi. Il premier arriva intorno alle 22 e si sfoga per mezz’ora contro il sistema della giustizia, racconta la mattinata davanti ai Pm, cità l’esempio di Chirac che in Francia fu processato solo alla fine del suo mandato («non esiste che una parte del Paese lavori contro il primo ministro»), parla di «estrazione a sorte dei membri del Csm per mettere fine al fenomeno delle correnti». La Moratti arriva in ritardo e viene pizzicata («Letizia, per te doppio giro di bunga bunga, così ti sciogli»). Il premier cita l’ultimo sondaggio di Euromedia che nel Paese vede lui sopra il 50% e il Pdl al 29,6. A Milano «possiamo vincere al primo turno», la sfida «nella capitale economica dell’Italia è la più importante e dobbiamo impegnarci tutti in modo straordinario nel sostenere Letizia». Menu e bandiere tricolori a centrotavola per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
A casa Moratti e nel pomeriggio, Pdl e Lega sono finalmente riusciti a chiudere il complicato risiko delle presidenze di zona secondo lo schema del 6 a 3, con le due sfide più ostiche divise al 50%. Il Pdl proverà a riconquistare la 9, l’unica roccaforte del Pd, mentre il Carroccio cercherà di blindare la 5 che era governata da un presidente di Cl, Giuliano Ferrari. Dovrebbe provarci Mario Sarina, già consigliere lumbard nel parlamentino. I leghisti sceglieranno anche il presidente della zona 2 (in pole Maurizio Mucciarelli, a meno che Luca Lepore scelga di uscire dalla lista delle comunali per tentare la riconferma nel parlamentino) e 3 (il ballottaggio è tra Leo Siegel e Andrea Ancona).


Il Pdl confermerà Micaela Goren Monti nel centro storico, nella 4 l’uscente Massimo Zanichelli (di area Cl), nella 6 Massimo Girtanner (ex An) mentre nella 8 Claudio Consolini, in quota al coordinatore Mantovani, dovrebbe cedere il posto al consigliere comunale ex Fi Alessandro Fede Pellone, che già ha ricoperto lo stesso ruolo prima di passare a Palazzo Marino. Nella 7 dovrebbe «salire» l’attuale vice Norma Iannacone, che è ex An ma piace anche alla Moratti. Per la 9 la scelta potrebbe cadere su Massimo Parise, sostenuto dal sottosegretario Daniela Santanchè.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica