Napoli - Il «timore» per una pericolosa «escalation», nella contrapposizione tra Usa e Russia, non lo abbandona. E così, sceso per la dodicesima volta a Napoli da quando ha rimesso piede a Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi rilancia la sua ricetta per allentare ogni possibile tensione tra i due Paesi amici. Ovvero, «ritornare allo spirito di Pratica di Mare». Il premier torna quindi a occuparsi dei rapporti diplomatici tra Washington e Mosca. Senza però accennare di nuovo alla «provocazione» subìta dai russi, come detto a Smirne.
E stavolta si sofferma sugli Stati Uniti, che hanno «certamente il diritto di difendere la loro sicurezza» dinanzi a eventuali minacce. Ma al di là delle interpretazioni del caso, se sia cioè una retromarcia o no, a Berlusconi preme riavviare il dialogo tra Dmitri Medvedev e l'amministrazione a stelle e strisce, che Barack Obama si appresta a guidare. «Figlio di un'epoca che ha vissuto anni di angoscia per le due potenze nucleari contrapposte», il Cavaliere veste di nuovo i panni del mediatore, ricordando l'importanza dei dodici accordi siglati al vertice Nato-Russia tenutosi in Italia. Memore di una foto che lo ritrae mentre poggia le mani di George W. Bush su quelle di Vladimir Putin.
All'ombra del Vesuvio per una «pausa nazionale» tra un vertice internazionale e l'altro, prima di prendere parte al G20 per trovare una «nuova regolamentazione economica» che eviti altre crisi devastanti, Berlusconi si tira fuori dalle polemiche sulla presidenza della Vigilanza Rai, affidata dal Pdl a Riccardo Villari, esponente del Pd, scavalcando l'indicazione dell'opposizione su Leoluca Orlando (Idv). «Si tratta di una scelta assolutamente autonoma da parte dei gruppi parlamentari, «a cui sono estraneo», commenta, ricordando poi i tre mesi di trattative in cui il centrosinistra non ha rinunciato al proprio candidato, come fatto invece dalla maggioranza per la Corte costituzionale.
Messe da parte questioni estere e interne, il presidente del Consiglio prosegue nel suo «monitoraggio» sulla raccolta rifiuti. Non prima, però, di aver pranzato in Curia, ospite del cardinale Crescenzio Sepe («punto di riferimento morale della città»), con cui si confronta sull'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Giunto nel pomeriggio a Palazzo Salerno, il premier fa da testimone alla firma dell'accordo per la gestione del termovalorizzatore di Acerra, affidata alla A2A. «Un primo passo, ma anche un punto fermo», spiega, che segna il passaggio dalla fase emergenziale di raccolta all'utilizzo di impianti di smaltimento, capaci di produrre anche energia. L'attenzione, però, sottolinea, non deve essere rivolta solo alla Campania, ma va estesa anche ad altre regioni. Prime fra tutte Lazio e Calabria, che «sono vicine al collasso».
Sempre in tema immondizia, il premier rivendica i «buoni frutti» prodotti dall'ultimo decreto legge, che introduce il reato penale per chi getta rifiuti ingombranti. «Abbiamo già avuto 35 arresti - rivendica - e oltre la metà dei fermati svolgeva questa attività in maniera professionale». Detto questo, Berlusconi intende evitare che i campani possano «risentirsi», visto che il provvedimento riguarda finora solo loro. Ecco perché annuncia di portare al prossimo Consiglio dei ministri la proposta di un emendamento al dl, in modo che la norma venga estesa a tutto il resto d'Italia. D'intesa poi con il sottosegretario Guido Bertolaso, Berlusconi accelera sulle piattaforme Conai, grazie alle quali i singoli cittadini potranno consegnare fino a cento chili di vetro, legno, plastica, carta, in cambio di denaro.
Inoltre, dopo aver rimarcato l'approvazione della Finanziaria da parte della Camera, «senza il voto di fiducia e in maniera chiara, evitando i soliti assalti alla diligenza», il Cavaliere si rivolge al ministro per i
Beni culturali, Sandro Bondi, seduto al suo fianco in conferenza stampa. «Mi devi portare a Pompei - chiede sorridente - perché si tratta dell'unico posto al mondo dove si può constatare come si viveva duemila anni fa...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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