nostro inviato ad Acerra (Napoli)
Alla fine, seppur col sorriso sulle labbra, Berlusconi sbotta: «Sono qui per parlare di spazzatura vera e non di spazzatura mediatica. Quella la lascio a voi». Il voi è diretto principalmente ai cronisti di Annozero e Repubblica ieri particolarmente con la bava alla bocca. Alla destra del premier, il sottosegretario Guido Bertolaso accenna un sorriso di approvazione. Alla sinistra, il governatore della Campania Stefano Caldoro resta di pietra. Berlusconi è nella saletta a ridosso del mega mostro, il termovalorizzatore di Acerra per la conferenza stampa post summit sull'immondizia. Una sorta di container che strabocca giornalisti manco fosse un cassonetto di Portici. Un bugigattolo che sembra la fossa dei leoni.
Ma nel giorno in cui riparte fragorosa la campagna «sputtanopoli», il premier non si sottrae al combattimento. Neppure se, pochi minuti prima, con gli uomini della protezione civile si lascia andare: «Avete visto che roba? Accendo la tv e vedo talk show dove mi dipingono come un criminale. È un continuo: tanto che la sera vado a letto pensando di essere veramente un criminale. Ma io ho la coscienza a posto, sono una persona trasparente, diretta e generosa - dice agli uomini di Bertolaso - Ma mi viene il mal di stomaco nel vedere come mi descrivono. Il problema di questo Paese è il corto circuito tra stampa e magistratura che fa solo danni». Questo nel retroscena.
In scena, invece, c'è l'assalto al presidente del Consiglio. Il quale arriva direttamente da Arcore fin quaggiù, ad Acerra, per riprendere in mano la questione rifiuti. Non casuale il luogo: questo è il simbolo del successo del suo governo; questo è il fiore all'occhiello dell'esecutivo che nella prima parte della legislatura ha ripulito Napoli.
Certo, qualcosa non va ancora. Ma ecco l'occasione per dimostrare che il suo è un «governo del fare», alla faccia delle chiacchiere delle opposizioni interne e non. Il premier, in Campania, atterra determinato e carico, nonostante la lenzuolata di Repubblica sul suo stile di vita. Ma Berlusconi è sereno e sembra aver ricaricato le pile dopo l'intervento chirurgico, un paio di giorni di influenza, mesi di logoramento finiano e anni di attacchi da certa stampa e certa magistratura.
Non si sottrae al confronto sulla politica, non scappa di fronte alle domande e affronta la conferenza stampa consapevole che sarà battaglia. Combatte il premier, nonostante spesso gli parlino sopra. Nonostante gli arrivino colpi sotto la cintola. I due Ruotolo, Sandro di Annozero e Guido della Stampa, sono i più scatenati. Lo incalzano, lo contestano, lo interrompono. Poi tocca alla cronista di Repubblica lanciare la stilettata su Ruby: «Presidente, sull'inchiesta che passerà alla storia come l'inchiesta del bunga bunga, come mai Palazzo Chigi si muove per liberare una ragazzina minorenne?». Il Cavaliere sorride mentre i leoni, nella fossa, già sognano di assaporare sangue a fiumi. «Intanto le voglio dire che sono una persona di cuore e mi muovo sempre per aiutare chi ha bisogno di aiuto». Primo assalto schivato con ironia. Poi il contrattacco: «La seconda cosa che le voglio dire è che sono qui per parlare della spazzatura vera e quindi della spazzatura mediatica lascio a voi di occuparvene». I due Ruotoli protestano, si lamentano, provano a ribattere ma nell'ansia della rivolta si parlano uno sopra l'altro. Il Cavaliere taglia corto: «Nessun contraddittorio: usiamo il sistema di Annozero: contraddittorio nei miei confronti, zero. Insulti e accuse a iosa, contraddittorio zero!».
Il premier sorride e non sembra per nulla fiaccato dalle bordate sulla sua vita privata. Si va avanti a parlare di immondizia e più volte i leoni cercano di metterlo in difficoltà: «Ma i soldi?», «Ma i Comuni?», «Ma i tempi?», «Ma il termovalorizzatore?», «Ma la cava?». Berlusconi risponde, precisa, chiarisce. Più volte interviene Bertolaso a mettere i puntini sulle «i». Ma l'umore del premier pare tutt'altro che nero. Tant'è vero che quando inciampa in un paio di lapsus, è il primo a scherzarci su. Dice «euroballe» anziché «ecoballe» ed è corretto da Bertolaso; dice «Ferrarelle» anziché «Ferrandelle» e poi sorride: «Scusate ma sono figlio della pubblicità». Autoironico: «Sapete, a una certa età si ricordano i concetti ma si fa più fatica a ricordare i nomi. tranne quelli delle ragazze». Risate. Tranne che dai Ruotoli che mangiano catene.
La conferenza stampa scivola via così e i leoni non sono riusciti a mangiarsi il premier. Che anche in serata, da Bruxelles dove partecipa al vertice dei capi di Stato e di governo, ribadisce: «Visto che casino mi hanno fatto? Sul nulla...». E lo scoramento dei giornalisti anti premier risulta evidente quando Berlusconi esce e, per evitare l'assalto dei cronisti, un uomo della protezione civile chiude la porta.
Non l'avesse mai fatto: Guido Ruotolo si sente un leone in gabbia e dà in escandescenza. Quasi butta giù la porta di vetro a furia di manate: «Apriteee! Non potete sequestrarci cosììììì!». Come un forsennato urla. Anzi, ruggisce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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