Roma«Mezza giustizia è fatta». Silvio Berlusconi accoglie con uno stato danimo in chiaroscuro la sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione dallaccusa di aver corrotto il testimone David Mills, dettata dai giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano. Un pronunciamento che il presidente del Consiglio non ascolta in aula. Il presidente del Pdl si trova in Sardegna, a Villa Certosa a controllare landamento di alcuni lavori in corso nella sua residenza estiva, quando alle 14 e 50 arriva la notizia tanto attesa. Sono i legali Niccolò Ghedini e Piero Longo a chiamarlo per annunciargli la decisione dei giudici di Milano. Una formula, quella della prescrizione, che certo fa tirare un sospiro di sollievo allex premier. Dopo una iniziale esultanza, però, Berlusconi non nasconde di «avere un po lamaro in bocca». «Mezza giustizia è fatta» la battuta che detta a caldo ai suoi più stretti collaboratori.
Il telefono diventa subito rovente. Berlusconi - che in mattinata aveva ragionato anche su come reagire e cosa dichiarare in caso di condanna - riceve le chiamate di tutto lo stato maggiore del Pdl e non solo, da Angelino Alfano a Gianni Letta, da Fabrizio Cicchitto a Maurizio Gasparri. Cordiale e affettuosa è anche la telefonata del presidente del Senato Renato Schifani, così come particolarmente gradite sono le chiamate di alcuni esponenti di primo piano della Lega, a testimonianza di un rapporto personale che non si è interrotto.
Nel giro di unora il presidente del Pdl prende laereo per tornare a Milano. Parlando con i suoi più stretti collaboratori, esprime «soddisfazione» per il fatto che non sia passato il «monstrum» giuridico che avrebbe bloccato la prescrizione. Ma anche «rammarico» per il fatto che non ci sia stata lassoluzione che tanto «auspicava». Berlusconi, a questo punto, manifesta la curiosità di leggere le motivazioni della sentenza per le quali non nasconde il timore di trovare giudizi che possano tornare ad attizzare il fuoco della polemica. «Quello di oggi è il minimo sindacale, non mi restituisce le amarezze per limpressionante sequenza di assurdità giuridiche che ho dovuto subire in questi mesi, un vero e proprio calvario su cui tutti dovrebbero riflettere. Si è celebrato un processo inventato nel quale non sarei mai dovuto essere tirato in ballo, una vera e propria caccia alluomo» confessa a un collega di partito. La sentenza, insomma, non cambia la convinzione, espressa da Berlusconi da sempre sia in pubblico che in privato, di essere vittima di una vera e propria persecuzione giudiziaria. Anzi, proprio il giudizio del tribunale di Milano, in un certo senso, rappresenta una conferma di questa tesi.
Il presidente del Pdl scioglie anche le riserve sulla sua presenza al Meazza per il big match serale con la Juventus, tanto che allo juventinissimo Altero Matteoli che lo chiama per complimentarsi propone di vedere insieme la partita. Inizialmente Berlusconi si era mostrato dubbioso sul raggiungere o meno gli spalti, temendo in caso di condanna contestazioni e provocazioni. La notizia del proscioglimento, però, spazza via ogni dubbio. Berlusconi, nel tardo pomeriggio, accompagnato dallonorevole Maria Rosaria Rossi, si concede una passeggiata per le vie milanesi attorno al Duomo dove si celebra il sabato grasso del Carnevale ambrosiano. Un fuori programma che suscita limmediata curiosità dei presenti e linevitabile bagno di folla.
Il presidente del Pdl fa anche un salto al «Milan Mega Store» di Galleria San Carlo dove viene festeggiato dai tifosi. Larrivo allo stadio di San Siro avviene alle otto e mezza in punto. Ai cronisti che gli chiedono se il match sarà decisivo la risposta è secca: «Forse no. La squalifica di Ibrahimovic? Non è ingiusta, è vergognosa».
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