Berlusconi: "Niente agguati di palazzo" Camera chiusa fino al voto della fiducia

Il premier: "Noi siamo il governo del fare, lascio agli altri gli agguati di palazzo. Ma senza fiducia forte siamo pronti al voto". Fli: "Aspettiamo risposte". Per il leader dell'Udc Casini, l'ipotesi di elezioni anticipate è "inutile e da irresponsabili. Il 14 voteremo compatti la sfiducia". Rutelli in linea. Fli prende tempo. Bersani guarda al terzo polo per il dopo mentre per la Lega il governo otterrà la fiducia "tranquillamente"

Berlusconi: "Niente agguati di palazzo" 
Camera chiusa fino al voto della fiducia

Roma - Noi facciamo, gli altri tramano. Silvio Berlusconi è presidente del Consiglio e vuole restarlo a dispetto di manovre sotterranee e "agguati di palazzo", come li definisce lo stesso Cavaliere in un messaggio su internet. Dopo l'approvazione del ddl Gelmini sulla riforma universitaria, il premier è ancora più convinto di essere a capo del "governo del fare", perché "lo abbiamo dimostrato anche in queste ultime difficili settimane, lavorando per portare a compimento i cinque punti di programma sui quali abbiamo avuto la fiducia alla fine di settembre, conseguendo importanti successi in politica estera, intervenendo, tra mille difficoltà, per risolvere la nuova emergenza rifiuti di Napoli". E mentre le forze di opposizione, di centro e del terzo polo si organizzano lanciando mozioni di sfiducia e proponendo differenti strategie, il premier tira dritto convinto del futuro dell'esecutivo e non curante dei suoi oppositori, a cui lancia un messaggio: "Se il 14 dicembre non avremo una forte e consistente fiducia e ci sarà impedito di continuare a governare siamo pronti alla campagna elettorale".

L'Udc e la sfiducia Intanto, "L'Udc voterà compatto la sfiducia al governo Berlusconi". Ne è certo il leader del partito, Pier Ferdinando Casini, dopo l'incontro di ieri con Gianfranco Fini e Francesco Rutelli. Il segretario centrista e alfiere del terzo polo ribadisce il fatto che "questo governo tira a campare e non ha più l'autosufficienza politica e parlamentare". Casini, che da tempo chiede le dimissioni del premier per creare un nuovo esecutivo di responsabilità nazionale, vuole un governo che risolva i problemi. E per questo ha convocato un'assemblea dei parlamentari dell'Udc e chiederà un mandato su questo punto, "ma credo che nessuno abbia dubbi sul fatto che voteremo la sfiducia - ha detto Casini - e non ci saranno defezioni perché quando un parlamentare vota l'atto più importante del governo non può far finta di ammalarsi". Casini ribadisce poi la sua considerazione sull'inutilità e la perdita di tempo di elezioni anticipate perché "chi ritiene oggi di andare a votare se ne deve assumere la responsabilità, perché se poi, fra due mesi, la speculazione finanziaria prende di mira il Paese e non riusciamo a ricollocare i titoli di Stato, deve essere chiaro che chi ha questa responsabilità è chi vuole andare alle elezioni. Le urne oggi sono una prova di irresponsabilità allo stato puro - conclude Casini - la speculazione ha preso di mira la Grecia, l'Irlanda, oggi la Spagna, poi il Portogallo, dietro l'angolo ci siamo solo noi".

Il Pd vuole il governissimo "I segnali di fumo li lasciamo a chi ha questo piacere". Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, commenta così l'ipotesi di una mozione di sfiducia promossa da Udc e Fli. "Noi abbiamo presentato una mozione di sfiducia per vedere chi è pro e chi è contro - ha detto Bersani - perché crediamo che questa situazione politica genera instabilità pericolosa e non si possa andare avanti". Il segretario del Pd poi ha ribadito che l'11 "saremo in piazza a chiedere a gran voce che si liberi l’Italia da questa situazione, il governo si deve dimettere". Per Bersani l’unica via d’uscita alla crisi politica è un governo di transizione: "Non esiste il piano B, stiamo parlando del piano A e non possiamo prendere alla leggera l’ipotesi di stare in ballo un anno con la situazione che c’è a fare delle elezioni Berlusconi sì Berlusconi no".

Fli vuole risposte "Il mio auspicio è che, o prima o dopo il 14 dicembre, si arrivi a un nuovo governo, un governo più forte, che parta dalla maggioranza di centrodestra e la ampli: a quel punto rivedremo tutte le questioni, compreso il ministro dei Beni Culturali". Così il poirtavoce di Futuro e Libertà, Benedetto Della Vedova. "Un obiettivo alla volta: oggi credo che l’obiettivo sia quello di determinare un punto e a capo del Berlusconi quater e riaprire una fase nuova in questa legislatura" prosegue. "Berlusconi dice che non ci sono problemi e quindi non capisce perché noi gli offriamo una soluzione ai problemi: ci sono quindici giorni, vedremo quello che succederà" conclude Della Vedova.

La replica della Lega "Ognuno sceglie di morire come vuole". E' stato questo il commento del leader del Carroccio, Umberto Bossi, in merito all’intenzione di Fini e Casini di presentare una mozione di sfiducia contro il governo. Sul cammino dell'esecutivo, il Senatur si è detto "ottimista" e ha ribadito la convinzione che il governo ce la dovrebbe fare "tranquillamente" il 14 dicembre a ottenere la fiducia.

Scambio di battute Giuliano Amato, presidente del Comitato dei garanti per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, scherza con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel corso della presentazione del programma ufficiale delle celebrazioni del prossimo anno. "Sto cercando di capire cosa accadrà il 17 marzo", spiega Amato a proposito della possibilità che la giornata venga dichiarata festa nazionale. "Non sappiamo cosa succederà il 14 dicembre, il presidente Amato è andato oltre, è già arrivato al 17 marzo" ha risposto Letta.

La contro-battuta di Amato non si è fatta attendere: "Grazie Gianni, ma io vivo 150 anni fa e ci sto benissimo: so di più di Cavour e Garibaldi che di Berlusconi e Fini e so anche come è andata a finire, che è un bel vantaggio...".

La linea di Rutelli Anche Alleanza per l'Italia il 14 dicembre voterà la sfiducia al governo. A dirlo è il leader Francesco Rutelli che si schiera sulla stessa linea di Bersani, convinto che invece delle elezioni, "che non risolverebbero nulla", ci debba essere "un nuovo governo di larga convergenza per affrontare la difficilissima situazione economica e sociale". Il segretario dell'Api poi boccia ogni altra possibile alternativa: "Non sono possibili altre soluzioni né servono campagne acquisti".Solo larghe intese, dunque, che vedranno come possibili interlocutori quelli che Rutelli definisce gli "amici" di Udc e Fli.
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