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Berlusconi: "No al protezionismo, supereremo la crisi"

Il premier al Palazzo di Vetro parla di economia: "Prioritario regolamentare la speculazione finanziaria". Poi elogia il discorso di Obama: "Lo condivido in pieno: ha parlato con il cervello ma anche con il cuore". Il Cavaliere ricorda il G8 e chiede un impegno contro il cambiamento climatico

Berlusconi: "No al protezionismo, supereremo la crisi"

nostro inviato a New York

Mentre fuori dal Palazzo di Vetro si accalcano a manifestare mondi e volti contraddittori - dai sostenitori di Muammar Gheddafi che distribuiscono magliette celebrative del suo primo intervento all'Onu fino ai monaci tibetani, passando per i Falungong (i perseguitati dal governo di Pechino per le loro pratiche spirituali) e per gli ebrei supertradizionalisti al punto d'essere contrari al riconoscimento dello Stato d'Israele - Silvio Berlusconi porta a casa prima l'apprezzamento pubblico del leader libico per aver chiuso la querelle coloniale e poi quello di Barack Obama per l'impegno dell'Italia nelle missioni di pace Onu.
All'Assemblea generale delle Nazioni Unite il presidente del Consiglio italiano - per la prima volta chiamato a parlare nel giorno di apertura dei lavori anche in virtù della presidenza del G8 - vede però slittare di quasi due ore il suo intervento proprio a causa del discorso fiume del Colonnello, che non contento dei quindici minuti previsti dal protocollo si dilunga per un’ora e trentacinque mandando in subbuglio il rigoroso cerimoniale del Palazzo di Vetro.
Berlusconi, invece, si attiene alle indicazioni della presidenza dell'Assemblea e non sfora neanche di un minuto. D'altra parte, da quando due giorni fa ha messo piede sul suolo americano il Cavaliere è stato così attento al protocollo da non concedersi neanche una volta ai cronisti italiani che prima l'hanno incrociato a più riprese all'ingresso dell'hotel Millennium e poi l'hanno intercettato nel bar dell'albergo mentre si concedeva un caffè dopo lo speech.
Un discorso nel quale Berlusconi cita due volte Obama, per dire che «ha parlato con il cuore e con grande slancio ideale» richiamando «tutti noi alla responsabilità per il futuro del mondo e per un suo vero cambiamento». Il presidente americano, spiega il Cavaliere, «ha espresso sentimenti, traguardi speranze che io condivido e che anche io intendevo proporvi». «Siccome lui le ha dette così bene - aggiunge - ho deciso di rinunciare a questa parte del discorso e passo quindi a fare il mio dovere, esponendovi i risultati del G8 dell'Aquila». Una premessa che è elogio e condivisione dell'inquilino della Casa Bianca, soprattutto nella richiesta di «unità d'azione» per combattere la sfida del clima e quella della crisi economica. Berlusconi, dunque, raccoglie l'appello al multilateralismo che di fatto ribalta la politica della precedente amministrazione americana. D'altra parte, lo aveva già fatto qualche ora prima nella riunione a porte chiuse dei dieci Paesi che contribuiscono in maniera più cospicua alle missioni di pace Onu. Un incontro nel quale il Cavaliere sottolinea l'importanza dell'intervento di Obama, fatto «non solo con il cervello ma anche con il cuore», e insiste molto sulla necessità di focalizzare le missioni di pace non tanto sul versante militare quanto su quello della cooperazione con le popolazioni interessate. Berlusconi elogia esplicitamente i Carabinieri italiani e Obama ricambia ringraziando l'Italia «per il suo ruolo attivo» e in particolare per «l'aiuto che arriva dalla base di Brindisi», il principale centro operativo di tutti i voli di peacekeeping.
Il Cavaliere, poi, torna sulla riforma del Consiglio di sicurezza. «Aggiungere nuovi membri permanenti nazionali - dice - non farebbe che aumentare il senso di esclusione di tutti quei Paesi che contribuiscono attivamente alla pace ed alla sicurezza internazionale». Parole che possono anche essere lette come un'apertura a un eventuale seggio per il Commissario Ue agli Affari esteri che avrebbe certo un rango più alto di Javier Solana. Berlusconi ricorda anche i risultati del G8 dell'Aquila e chiede un «impegno condiviso» per riuscire a vincere la battaglia del cambiamento climatico («è una sfida che si potrà vincere soltanto con l'impegno di tutti i protagonisti dell'economia mondiale»). Il premier, però, guarda soprattutto all'appuntamento di domani a Pittsburgh. È al G20, infatti, che «occorre trovare la governance dell'economia» mondiale. Per questo il Cavaliere ribadisce il suo «no» al protezionismo e alle speculazioni finanziarie. Per contrastare la «manipolazione dei mercati dell'energia, delle materie prime e delle risorse alimentari» - dice - è «assolutamente prioritario regolamentare in modo stringente il mercato dei futures», pensare ad un «sistema globale di riserve strategiche di materie prime» e «abolire i paradisi fiscali». Un «nuovo modello di sviluppo», dunque. Che «dovrà anche basarsi sull'apertura dei mercati» perché i Paesi più poveri possano «beneficiare appieno delle opportunità di crescita offerte dal commercio internazionale». Insomma, conclude il suo intervento il Cavaliere, «la storia dimostra che nessuna crisi è insuperabile» ma «bisogna essere positivi, determinati e, soprattutto, uniti».

«Dobbiamo rimboccarci le maniche tutti insieme».

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