RomaÈ una riunione allargata, una panoramica sugli umori, un confronto aperto e a tutto campo per delineare una strategia di massima in vista delle prossime amministrative quella che va in scena a Villa Gernetto. Silvio Berlusconi convoca in Brianza Angelino Alfano e con lui capigruppo, coordinatori, governatori e un buon numero di dirigenti locali. Un conclave nel quale viene affrontato il nodo dei 28 test locali che attendono il partito in primavera. Una partita che si preannuncia in salita alla luce dellondata di antipolitica che si sta abbattendo sul Paese e dell «effetto Monti», il cui prezzo non potrà che essere pagato dalle due formazioni numericamente più forti presenti in Parlamento.
Silvio Berlusconi non nasconde di aver riflettuto sulla possibilità di un forte ricorso alle liste civiche. Una mossa utile a favorire le alleanze ma anche a promuovere una infornata di giovani rappresentanti della società civile, fortemente legati al territorio. Una scelta supportata dai sondaggi in suo possesso che indicano come il Pdl abbia bisogno di proporre facce nuove per invertire quel «trend di immagine» negativo, legato prima alle dimissioni del governo Berlusconi e poi al successivo appoggio allesecutivo tecnico. Lidea è quella di non farsi schiacciare dalla tenaglia della Lega da una parte e del Terzo Polo dallaltra, per poi recuperare attraverso i congressi e le primarie dautunno un rapporto forte con il proprio elettorato. Una stagione in cui si potrà anche procedere al cambio di nome e di simbolo in attesa che decolli la famosa costituente dei moderati, strumento necessario a riannodare i fili dellunità del centrodestra.
Il presidente del Pdl respinge le letture date dai giornali che hanno interpretato questa intenzione come linizio di una procedura di smantellamento del partito. E raccomanda di eliminare qualunque pratica di spartizione correntizia, di evitare scelte fatte «con il bilancino» ma di investire con convinzione su candidati che consentano di giocare la partita con buone possibilità di vittoria. In questo senso va letta lapertura del neo-coordinatore provinciale milanese, Sandro Sisler, che ha lanciato lidea di primarie di coalizione con Lega e Udc per le amministrative dei comuni del milanese.
I dirigenti del Pdl, Alfano, Gasparri e Cicchitto in testa, liquidano lintenzione di far calare il sipario sul Pdl come unopzione impraticabile. «Non si può escludere affatto la presentazione di liste civiche da sole o insieme a liste del Pdl» spiega Fabrizio Cicchitto. «Quello che va escluso è la generalizzazione delle liste civiche al posto di quelle di partito. Le battaglie politiche vanno fatte a viso aperto sia in caso di vittoria che di sconfitta». Una strategia «a macchia di leopardo» sulla quale concorda Ignazio La Russa. «Le liste civiche le abbiamo sempre fatte, basti pensare alle liste Moratti o Formigoni. Chi crede che scomparirà il simbolo Pdl si sbaglia. Tuttavia, oltre al cambiamento dimmagine richiesto da Berlusconi, credo che serva anche un impegno diverso sul territorio, valorizzando quanto viene di buono dai congressi».
Proprio sui congressi si sofferma lo stato maggiore del Pdl. La convinzione è che la polemica sulle tessere false sia alimentata soprattutto da chi non ha interesse a uscire dalla logica della cooptazione. Per questo, al di là dei controlli, la linea è quella di continuare a celebrarli senza frenate o rallentamenti. «Sono un momento importantissimo per il Pdl che ritorna alla democrazia interna» dice Osvaldo Napoli. E Mario Mantovani, coordinatore lombardo, saluta con soddisfazione le 8.000 persone che hanno partecipato nel fine settimana alle assise di Mantova e Brescia.
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