Berlusconi: «La par condicio non è una legge democratica»

Berlusconi: «La par condicio non è una legge democratica»

Adalberto Signore

da Roma

L’uno-due di Silvio Berlusconi arriva di buon mattino, tra le sette e mezzo e le nove, quando per i corridoi di Montecitorio gira solo qualche commesso e la politica ancora dorme. Con buona pace delle polemiche sulla sua eccessiva presenza sui media, infatti, il premier apre la giornata ospite della trasmissione Unomattina. E, appena terminato con «RaiUno», si presenta ai microfoni di «Isoradio», il canale dedicato al traffico, dove si intrattiene per quasi mezz’ora con il direttore Riccardo Berti. La politica dorme, dicevamo, e bisogna aspettare quasi mezzogiorno prima che si inizino a levare le prime lamentele sull’eccessiva esposizione mediatica di Berlusconi. E se l’Unione è durissima (Piero Fassino parla di «occupazione militare», Francesco Rutelli si limita a chiamarla «alluvione comunicativa»)), pure tra gli alleati c’è qualcuno che storce il naso. Anche se, a dirla tutta, mentre il premier è a Unomattina, il resto del cosiddetto tridente non sta certo a guardare, con Pier Ferdinando Casini in diretta a Omnibus su «La7» e Gianfranco Fini sintonizzato sulle frequenze di «Radio Anch’io».
Unipol e bugie. Neanche otto ore dopo il collegamento telefonico con Ballarò, Berlusconi torna alla carica sull’affaire Consorte, e spiega di non aver «mai alzato i toni» e di essere andato dai giudici solo perché l’Unione l’ha «sfidato a dimostrare che era vero» ciò che diceva. «L’ho fatto. Il presidente del Consiglio - chiosa - non può mentire per definizione. Sono gli altri che mi attaccano per aver detto la verità».
Polemiche e Casini. Più tardi, terminate le registrazioni e incalzato dai cronisti che gli chiedevano conto di quanto detto da Casini a Omnibus («sul caso Unipol il premier ha ignorato gli alleati»), Berlusconi ritorna sui rapporti tra Giovanni Consorte e i Ds. «Ricordo - dice non senza polemiche verso il presidente della Camera - che ho parlato in Consiglio dei ministri e ho esposto tutta la situazione, dando ragione di quelli che erano stati i miei interventi». Come a dire, gli esponenti della maggioranza, compresi i vertici dell’Udc, erano ben al corrente di tutto.
Par condicio e democrazia. La situazione attuale, è la premessa del premier, «non è conforme alla democrazia», ma ormai «mi sembra che non ci sia più la possibilità di riformare la par condicio». Berlusconi resta convinto che «ciascuna forza politica dovrebbe avere una parte di voce uguale alla sua parte di voti, come succede in Parlamento per i tempi o per i finanziamenti». E che senza la riforma si va «verso una ulteriore frammentazione del panorama politico», perché Forza Italia «che alle scorse elezioni ha ottenuto il 29,8% dei voti», avrà «il 4%» degli spazi tv. Ma, aggiunge, «non ho il 51%» e se «non ci sono i voti in Parlamento devo constatare che la situazione è questa».
Mastella e la storiella. Si parla anche di alleanze possibili, perché se il leader dell’Udeur «venisse nella Cdl sarei pronto ad accoglierlo». «Dubito che lo farà», aggiunge rispolverando una storia raccontata più volte: «Un sergente telefona al suo capitano annunciando di aver catturato venticinque nemici. Il capitano gli dice di portarglieli, ma il sergente gli spiega: “Lo farei, ma non mi lasciano venire...”».
Errori e risultati. Il premier, poi, difende l’operato del governo. «Avrò anche fatto degli errori - ammette - ma nessuno poteva lavorare di più della coppia Berlusconi-Letta». E dai microfoni di «Isoradio» illustra i «buoni risultati» della legge contro il fumo, «confessa» di non utilizzare le cinture di sicurezza quando viaggia sul sedile posteriore e rivela di aver ricevuto oltre 40 minacce di morte, «alcune delle quali molto serie».
Polemiche e repliche. Dall’Unione sono molte le critiche che si levano contro «l’occupazione mediatica». E pure l’Usigrai polemizza con l’intervento del premier a «Isoradio», «canale di pubblica utilità».

Anche Claudio Petruccioli, presidente della Rai, chiede di «ripristinare la par condicio su quello che è un canale di servizio» e così Berti si dice pronto a ospitare con le stesse modalità anche il leader dell’Unione Romano Prodi. Polemiche a parte, l’offensiva mediatica del premier riprenderà già stasera a Dopo Tg1, condotto da Clemente Mimun. Mentre domani a Matrix è in programma il faccia a faccia con Rutelli.

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