Governo sempre più solido. Lo assicura Silvio Berlusconi, a Bruxelles per un vertice dei leader del Ppe. Il premier si è detto certo che la legislatura durerà fino al 2013, anno della sua scadenza naturale.
Intanto, dalle pagine del nuovo libro di Bruno Vespa, Questo amore, assicura di non volere nessuna rivoluzione, "se non quella liberale". Anzi, bolla come "assurdità" l'intercettazione in cui avrebbe detto "Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il Palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica". Le sue parole, sostiene, sono state "vergognosamente travisate". Piuttosto, aggiunge il premier, "una specie di rivoluzione la stanno tentando di fare alcune procure politicizzate".
Il Cavaliere si difende dalle accuse e sostiene che nel caso dell'intercettazione incriminata il senso della conversazione "andava esattamente nella direzione opposta". E ricorda che "ogni comportamento o manifestazione eversiva è esecrabile. Figuriamoci se me ne voglio intestare una o capeggiarla. Ho denunciato gli incredibili livelli di violenza raggiunti da un nutrito gruppo di facinorosi nella manifestazione di Roma del 15 ottobre, chiedendo l’individuazione e la punizione dei violenti".
E le procure politicizzate? "Pensi al caso Mediatrade", spiega il premier, "Quando in un processo mi consentono di esercitare il diritto di difendermi, i risultati si vedono e vengo immediatamente prosciolto. Quando in un paese democratico - e questo accade solo in Italia - si arriva a violare il domicilio del presidente del Consiglio, e a considerare possibile indiziato di reato chiunque vi faccia ingresso, significa che il livello di guardia è stato ampiamente superato, e che è giunto il momento di ristabilire una reale separazione fra i poteri e gli ordini dello Stato".
E non risparmia nemmeno il Csm: "Pensi a tutte le volte in cui ha agito di fatto da terza Camera, pretendendo di giudicare cosa il Parlamento e il governo debbano o non debbano fare, con ciò stravolgendo il principio della divisione dei poteri".
Berlusconi dice la sua anche sui casi più recenti che lo coinvolgono, quelli che vedono indagati Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola. Proprio riferendosi a quest'ultimo, latitante a Panama, il premier dice di non aver usato "nessun cellulare panamense", né di aver ricevuto da lui schede straniere: "Lavitola chiamava ripetutamente Alfredo (il maggiordomo di Palazzo Grazioli, ndr), che aveva da me avuto la raccomandazione di non passarmi alcuna telefonata. Lui pensò che io non mi fidassi dei normali telefoni, e allora disse ad Alfredo che gli avrebbe fatto avere dei telefoni sicuri. Alfredo me ne parlò, ma io rifiutai e commentai che quelli erano sistemi da criminalità organizzata". Eppure una sera ha ceduto: "Alfredo si affacciò alla porta del mio studio con un cellulare in mano. Dottore, mi disse Lavitola ha chiamato almeno 20 volte, vuole rispondergli almeno una volta?". Solo allora accettò di parlare, "ma con il convincimento che il cellulare fosse quello di Alfredo".
Nonostante questo il Cavaliere nega di aver ricevuto dall'ex direttore dell'Avanti una richiesta di avere incarichi di governo: "È incredibile leggere che Lavitola si aspettasse questo e addirittura alcune deleghe di Gianni Letta. Non sono mai stato a conoscenza di niente di tutto questo. Tenga conto che nemmeno la sua candidatura alle elezioni europee del 2004 passò attraverso di me".
E non ha aiutato neppure Gianpaolo Tarantini a far carriera: "Non l’ho assolutamente presentato e messo in contatto con persone di Finmeccanica. Un giorno lo sentii al telefono mentre ero a fianco di Guido Bertolaso, glielo passai per un saluto. Ma nemmeno dalla Protezione civile Tarantini ebbe alcunchè".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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