Milano - Il simbolo del Popolo della libertà è pronto. Silvio Berlusconi l’ha ritoccato personalmente con un pennarello: ha voluto allargare la parte destra del tricolore e abbassarla, per rendere l’immagine più movimentata. Il tondo è diventato per metà azzurro (come nel vecchio simbolo di Alleanza nazionale) e per l’altra metà bianco con la scritta blu in bella evidenza: «Berlusconi presidente». È già in stampa anche il primo manifesto, cartelloni di sei metri per tre che tappezzeranno le città italiane fino al 3 marzo, prima fase della campagna elettorale. Poi scatteranno le regole di parità d’accesso ai mezzi d’informazione volute dalla sinistra: «I manifesti rimarranno solo quaranta giorni, perché in seguito la par condicio ci impedirà di avere dei cartelloni».
Ha in mano gli ultimi sondaggi: «Siamo al 50 per cento e il Pd di Prodi è al 26». L’attacco al governo imploso sotto i colpi della sua stessa maggioranza è nei fatti. «La sinistra ha messo il Paese in ginocchio. Rialzati, Italia!» lo slogan voluto dal Cavaliere, che ne ha spiegato il senso in collegamento telefonico con il Tg4. Non è un’esagerazione, ne è convinto, ma al contrario «una fotografia abbastanza precisa» della situazione del Paese perché «oggi c’è più paura, più povertà, più insicurezza».
Berlusconi vede un’Italia dall’immagine «distrutta in tutto il mondo a causa dell’emergenza rifiuti». A leggere i titoli delle tv americane, come ricorda spesso con allarme, non è la sola Napoli under trash ma Italy under trash, l’intera Italia sotto la spazzatura. Parla dei cittadini «oppressi dal fisco, dalla burocrazia, da certi comportamenti dei pubblici ministeri». Una situazione brutta ma non irrecuperabile: «Tirandosi su tutti quanti le maniche e facendo i provvedimenti giusti l’Italia ha la possibilità di tornare a essere un Paese di sviluppo».
Il candidato presidente del Consiglio del Popolo della libertà ha già pronta l’agenda dei primi cento giorni di governo, che servirà a realizzare la parte del programma del 2001 rimasta incompiuta perché «è impossibile riformare un Paese in una sola legislatura».
Così, ecco i prossimi passi per i cinque anni che verranno: «Presenteremo dei disegni di legge e voglio un programma estremamente concreto. Dirò ai cittadini che i primi tre disegni di legge saranno approvati nella prima seduta di Consiglio dei ministri, altri tre nella seconda e così via per i primi cento giorni».
In cima alla lista delle emergenze la sicurezza, il problema della casa, per molti un miraggio irraggiungibile, le infrastrutture rimaste bloccate dall’opposizione di Verdi e sinistra radicale (dal Ponte sullo Stretto alla Tav), la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Berlusconi si dilunga sulla lotta alla criminalità e all’immigrazione illegale: «Tolleranza zero con rom, clandestini, delinquenti, con un no alla politica delle porte aperte e pene più gravi per i recidivi. Introdurremo subito poliziotti e carabinieri di quartiere nelle città dai 15mila abitanti in su».
Conferma l’antico progetto di «togliere le mani dalle tasche» dei cittadini: «Approveremo l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, ma anche l’eliminazione delle tasse sugli straordinari e una serie di altri provvedimenti che devono mirare alla riduzione delle imposte. Per arrivare al risultato è necessario far costare meno lo Stato».
Un ruolo di rilievo ha anche il programma per l’edilizia «in favore dei giovani che si vogliono sposare e per quel 13 per cento di famiglie che non ha una casa di proprietà e che con un solo stipendio non riesce a pagare l’affitto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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