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Berlusconi: "Referendum il 21 giugno La Lega voleva fare cadere il governo"

Il premier parla del mancato accorpamento tra europee e referendum: "Se avessimo scelto di seguire il sistema bipolare, in cui crediamo, il Carroccio avrebbe fatto cadere il governo". Le critiche? "Sono polemiche fuori luogo, che non mi toccano". Franceschini: "Pagheremo la Bossi-tax"

Berlusconi: "Referendum il 21 giugno 
La Lega voleva fare cadere il governo"

L'Aquila - L'election day? Più importante durare cinque anni. Così Berlusconi risponde a chi critica l'azione del Pdl accusato di aver "ceduto" alla Lega contraria all'accorpamento tra elezioni europee e referendum. "Quelle sull’election day sono polemiche fuori luogo. Abbiamo scelto di non inseguire, quanto al referendum, una situazione per noi favorevole e molto positiva come il raggiungimento del sistema bipolare, facendo cadere il governo. Mi spiace che altri interpretino come una debolezza del premier e del Pdl aver ceduto ad una precisa richiesta di un partito della maggioranza che, ove non accolta, avrebbe fatto cadere il governo in un momento come questo, producendo una situazione irresponsabile". Così risponde ai giornalisti il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a margine dell’inaugurazione di una scuola a Poggio Picenze.

Sprechi e critiche "Ridurremo al minimo lo spreco, ma la cifra è lontanissima da quella circolata di 400 milioni" aggiunge Berlusconi che prosegue: "Cercheremo di ridurre al minimo gli sprechi andando al voto nel giorno dei ballottaggi per le amministrative. Bisognava scegliere tra una cosa e l’altra, tutto il resto sono polemiche che veramente non mi toccano, la decisione di votare il 21 giugno è stata presa e spero che sia confermata stasera dall’ufficio politico del Pdl". Il premier parla anche della situazione internazionale e dell'emergenza terremoto: "La prima cosa che deve fare lo Stato in questi momenti è stare vicino ai cittadini che hanno bisogno e questo sarà il principale impegno per il governo insieme alla crisi economica". Ma sostenere il referendum in questa fase contro la Lega, secondo il premier, "non ci sarebbe sembrato responsabile, mentre c’è una crisi economica generale e mondiale e mentre siamo responsabili del G8, del G14 e del G20, quindi mentre le aspettative delle politiche di tutto il mondo convergono sull’Italia e sul suo governo".

La data Il referendum si terrà insieme ai ballottaggi. È quanto ha annunciato il premier. "Al prossimo Cdm - ha detto il premier - decideremo di abbinare il referendum ai ballottaggi". Per quel che riguarda l’election day, il presidente Berlusconi ha spiegato che molti hanno avanzato dubbi e perplessità di tipo costituzionale. Inoltre, in certe città, "gli elettori avrebbero avuto sette schede con sistemi di voti diversi. Qualunque persona con la mia ragguardevole età avrebbe avuto delle difficoltà".

Franceschini: "E' una Bossi-tax" "Purtroppo me lo aspettavo: non è la prima volta che Berlusconi fa dei proclami e poi si piega senza esitazione ai ricatti della Lega". Così Dario Franceschini commenta le affermazioni del presidente del Consiglio. "Questo modo di fare di Berlusconi - aggiunge il segretario del Pd - mi fa dire 'mi piego ma non mi spezzo'. L’importante è che tutti gli italiani sappiano che saranno consumati 400 milioni per il rifiuto di fare una cosa di buon senso. Noi lo chiedevamo da settimane e, di fronte all’emergenza terremoto e alla crisi, era complicato dire di no. La Lega - conclude Franceschini - ha ottenuto il cedimento da Berlusconi. Noi la chiameremo 'Bossi-tax' perché è veramente una tassa che pagheranno tutti gli italiani".

La Marcegalia: "No inaccettabile" "Decidere di non accorpare la data del referendum con quella delle altre elezioni, spendendo 400 milioni dei cittadini, è assolutamente inaccettabile". Lo ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. "Prima di parlare di un aumento delle tasse - ha sottolineato riferendosi all’ipotesi di un una tantum fiscale da destinare ai terremotati - vorrei vedere uno sforzo vero di riduzione della spesa pubblica improduttiva su cui invece non è stato fatto niente". 

Fassino: "Così ammette il ricatto" "Berlusconi ha dichiarato apertamente" che se non fosse stata abbandonata l’idea dell’election day la Lega sarebbe uscita dal governo. "Dunque ha ammesso di aver accettato il ricatto di una parte politica": così Piero Fassino, responsabile per la politica estera del Pd, ha commentato le dichiarazioni del presidente del Consiglio. Per Fassino - che a Bruxelles ha aperto i lavori del congresso dei giovani del Pse - il presidente del Consiglio "ha sacrificato l’interesse generale per una convenienza politica della maggioranza. Un fatto - ha concluso - preoccupante e sconcertante".

Il premier: "Non parlavo a Fini" "Ho detto a Bonaiuti di smentire". Berlusconi arriva alla basilica di San Bernardino per fare il punto sui beni culturali e ne approfitta per una precisazione sulla questione della data del referendum: "Non parlavo a Fini - dice - rispondevo all’opposizione. Ho spiegato perché ho ritenuto di non mettere in crisi il governo, in questo momento: con la crisi economica, l’emergenza Abruzzo e il G8 sarebbe stato irresponsabile. E mi sono rivolto all’ opposizione - aggiunge - che ci ha accusato di disperdere i fondi dello Stato.

Quelle cifre non sono vere, sono molto più basse".

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