Berlusconi: «Ricostruiremo come all’Aquila»

Non una parola. Nel giorno dei funerali solenni e del dolore di una città intera, Silvio Berlusconi sceglie la via del silenzio e della discrezione. La sinistra vuol censurare il Giornale. Entra nella cattedrale di Messina da un ingresso laterale e ne esce tre ore dopo dietro il ventunesimo feretro, l’ultimo. Non parla con i cronisti e non fa neanche un cenno quando incamminandosi verso la macchina che lo attende in una strada laterale una quindicina di persone lo contestano in ordine sparso. Non si capisce se ce l’hanno con lui o con ciò che rappresenta nella veste di presidente del Consiglio, ma c’è chi lo invita ad «andarsene» e chi lo bolla come «assassino». Il Cavaliere cammina a capo chino e non alza la testa nemmeno quando si leva il controcanto di quelli che lo ringraziano, lo applaudono e lo esortano ad andare avanti. Un surreale scambio tra tifoserie in una giornata che forse non è quella più adatta.
Silenzio, dunque. Salvo che in chiesa quando durante quei lunghissimi dieci minuti che separano l’altare dall’ingresso principale si fanno avanti a Berlusconi familiari e semplici cittadini, chiedendo di mantenere la promessa e fare di Messina una seconda L’Aquila. Il Cavaliere annuisce, promette che tornerà spesso e poi si ferma con una giovane avvocatessa romena, Elena Simona Ceaus, che poco prima aveva recitato il Padre nostro nella sua lingua in memoria di Monica Balascuja, una badante morta nell'alluvione abbracciata alla signora che accudiva. «Si è offerto di aiutarci per il rimpatrio della salma perché la famiglia non ne ha le possibilità», racconta lei.
Le uniche parole di Berlusconi, dunque, restano quelle affidate ad un’intervista uscita ieri sulla Gazzetta del Sud in cui il premier ribadisce di voler andare avanti con il Ponte sullo Stretto, annuncia che a breve sarà nominato un commissario straordinario per la Salerno-Reggio Calabria e promette di strappare al centrosinistra il governo della Calabria anche grazie all’alleanza con l’Udc.
L’opera di ricostruzione della case distrutte dal nubifragio, dice, «sarà rapida così come lo è stata per le abitazioni devastate dal terremoto del 6 aprile scorso in Abruzzo». Berlusconi spiega che per la ricostruzione si lavorerà «a stretto contatto di gomito con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che sarà il commissario per il post-emergenza». «Abbiamo la grande esperienza dell'Abruzzo», insiste, e «ci sarà utilissima per costruire in tempi brevi le case nuove per chi ne è stato privato dal nubifragio e dalle frane». La ricostruzione di ciò che esisteva, invece, non è possibile perché troppe abitazioni «erano a ridosso del letto dei torrenti, in alcuni casi addirittura dentro». E il post-emergenza, aggiunge, non è inconciliabile con il progetto del Ponte sullo Stretto che «si farà» perché «ogni opera ha le sue fonti di finanziamento». Anche per questo, dice, «il governo nominerà a breve un commissario per la Salerno-Reggio Calabria» che «avrà il compito di velocizzare i lavori e vigilare sugli appalti».
Ultimo capitolo quello delle regionali del marzo 2010.

«In Calabria - dice il premier - vinceremo con larghissimo margine se l’Udc si affiancherà a noi». D’altra parte, Pier Ferdinando Casini «è già con noi nel Ppe», la «grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa».
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