Berlusconi-Saccà, pm: distruggere le chiamate

La procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per il premier e il presidente di Raifiction. Il caso, emerso da alcune intercettazioni, riguardava l'appoggio a cinque attrici in cambio di sostegno finanziario e politico: "Non provato il 'do ut des' tra le parti"

Berlusconi-Saccà, pm: distruggere le chiamate

Roma - La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento che vedeva indagato Silvio Berlusconi per corruzione per aver raccomandato nel 2007 all’allora direttore di Raifiction Agostino Saccà cinque attrici in cambio di sostegno finanziario, imprenditoriale e politico. I magistrati romani hanno chiesto di archiviare l’altro filone relativo a un presunto accordo corruttivo che legava la commercialista Stefania Tucci, il consulente finanziario Giuseppe Proietti e Saccà. Entrambi i capitoli di inchiesta provenivano dalla procura di Napoli.

Distruzione intercettazioni La procura di Roma ha chiesto al gip di distruggere le intercettazioni e tutta la documentazione anche in formato informatico con riferimento al capitolo di inchiesta su Berlusconi e Saccà, per la quale è stata sollecitata l’archiviazione. Nel motivare la distruzione delle intercettazioni, i magistrati capitolini spiegano che "le conversazioni appaiono irrilevanti" e che c’è "necessità di assicurare il massimo della tutela possibile alla riservatezza dei soggetti coinvolti". 

Il caso Berlusconi e Saccà erano indagati per l’ipotesi di reato di corruzione in concorso. L’archiviazione è stata chiesta anche per Stefania Tucci, il commercialista Giuseppe Proietti e per lo stesso Saccà coinvolti in un’inchiesta stralcio con l’ipotesi di reato di corruzione. L’inchiesta riguardava la presunta promessa di sostegno finanziario ed economico alla società Pegasus, una società istituita da Saccà. Il procuratore Giovanni Ferrara e i sostituti Sergio Colaiocco e Angelantonio Racanelli, hanno chiesto l’archiviazione anche per una seconda tranche dell’indagine che coinvolgeva Stefania Tucci, una commercialista napoletana, e il consulente finanziario Giuseppe Proietti, nonchè lo stesso Saccà. Le due indagini erano state avviate dal pm della procura di Napoli, Vincenzo Piscitelli. Per Saccà e Berlusconi, il pm napoletano aveva chiesto il rinvio a giudizio. Ma il gup, aveva successivamente trasmesso gli atti alla procura di Roma per competenza.

Le motivazioni "Non vi è certezza sull’esistenza di un 'do ut des'. Lo stretto legame tra Berlusconi e Saccà, che emerge con l’evidenza dall’attività investigativa, era tale da consentire al primo di effettuare segnalazioni al secondo senza dover promettere o ottenere nulla in cambio". Questo sostiene la procura di Roma nella richiesta di archiviazione al gup. In un'intercettazione telefonica, tra le prove acquisite dal pm di Napoli, Berlusconi parlando con Saccà dice: "Sai che poi ti ricambierò quando sarai dall’altra parte, quando tu sarai un libero imprenditore...". Sacca ride e Berlusconi riprende: "Mi impegno a darti un grande sostegno". La procura rileva in proposito che "non si può non rilevare la estrema genericità della asserita promessa corruttiva che emerge da questa telefonata". Inoltre secondo quanto si legge nella richiesta di archiviazione al gup Saccà non era incaricato di pubblico servizio.

"Appare logico concludere che l’attività pubblica della Rai - si legge negli atti del pm - è di regola limitata alla trasmissione, non anche alla realizzazione dei contenuti prova ne è che la stessa direzione fiction può ben acquistare oltre che produrre i contenuti destinati alla futura ed eventuale trasmissione".

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