Roma - Quel che andava dicendo ieri Rotondi, Silvio Berlusconi lo pensa da tempo. E pur non essendo mai arrivato a dire pubblicamente che «c’è un piano per far dimettere il premier» (queste le parole del ministro), in privato il Cavaliere non manca di sottolineare come «ogni giorno mi gettino addosso fango con l’intento di indebolirmi» visto che «non possono dire una parola sul merito dell’attività del governo». E per questo - ripeteva ancora ieri Berlusconi dopo averlo già detto pubblicamente durante una telefonata alla cena elettorale di Licia Ronzulli che si è tenuta nei giorni scorsi a Milano - hanno «messo in campo una trentina di giornalisti per inventare storie false» e «provare a disarcionarmi colpendomi sul personale». Chiaro il riferimento alla vicenda Noemi. «Ma non si illudano - chiosava ieri con i suoi collaboratori - perché non ci riusciranno».
Il Cavaliere, insomma, è convinto che la «campagna diffamatoria» andrà avanti e non si fermerà almeno fino alle elezioni. Però ancora sta ragionando sulla tempistica di un’eventuale reazione, convinto che «più andranno avanti su questa strada e più diventerà un boomerang per l’opposizione che sta andando a rimorchio di Repubblica». «Gli uomini della sinistra - dice intervistato dall’emittente toscana Italia7 - non fanno politica per gli altri ma per loro stessi e sono malati di odio politico». E la differenza tra centrodestra e centrosinistra, aggiunge, è proprio questa: «Noi cerchiamo di portare al governo uomini che vengono dal mondo del lavoro e dalla società civile che fanno politica per spirito di servizio».
E per questo il Cavaliere sta puntando tutto su quanto fatto fino a ora dal governo. Per dirla con le parole di Bonaiuti, «il segretario provvisorio Franceschini cerca di distrarre gli italiani» che «continuano però a preferire i fatti di un governo che ha risolto il problema dei rifiuti in Campania e l’emergenza terremoto in Abruzzo». Negli spot elettorali che registra a Palazzo Grazioli, dunque, il premier si concentra sulla «rapida soluzione del problema rifiuti», sul fatto che «Alitalia è rimasta italiana», sull’impegno per le banche «affinché non falliscano» e sulla «digitalizzazione della pubblica amministrazione».
«Siamo la prima forza politica in Italia, siamo il Popolo della libertà», è lo slogan utilizzato da Berlusconi. Che nel fine settimana potrebbe partecipare a qualche manifestazione elettorale, anche se l’agenda è ancora in fieri. C’è chi ipotizza una puntata a Napoli, chi all’Aquila, chi a Bari, chi a Milano, chi a Firenze. Quasi sicuro, invece, un salto a La Maddalena sabato, per verificare lo stato dei lavori delle opere legate al G8. Il 2 giugno, invece, sarà la volta della consueta parata per la festa della Repubblica, a cui il Cavaliere è intenzionato a partecipare seguendo la prassi degli ultimi anni. Andata e ritorno a Palazzo Grazioli a piedi in mezzo alla gente, per «sfatare» - confidava nei giorni scorsi - chi «si illude che la gente non sia con me».
Per oggi, invece, full immersion internazionale: pranzo con il premier spagnolo Zapatero, faccia a faccia con l’ex premier israeliano Olmert e serata all’Olimpico per la finale di Champions League insieme a Zapatero, re Juan Carlos e Fini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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