Una battuta e non solo. Dietro la battuta calcistica di Silvio Berlusconi ( «il problema è che spesso il Milan si imbatte in arbitri di sinistra») confezionata durante l'incontro politico con i giovani del Pdl di Atreju, c'è invece tutto il dispetto e il sospetto del vertice dirigenziale rossonero per l'avvento del nuovo designatore degli arbitri di serie A Stefano Braschi, succeduto a Pierluigi Collina, sotto l'ala protettiva del presidente dell'Aia Nicchi. Già sabato sera, in tribuna a Cesena, territorio neutro e perciò location dove eventuali sfoghi verbali non possono provocare provvedimenti disciplinari, il vice-presidente Adriano Galliani è stato protagonista di un battibecco polemico con Braschi, arrivato in Romagna per assistere alla prova incerta dell'arbitro Russo e dei suoi sfortunati assistenti (tre gol annullati al Milan, una serie di fuorigioco fischiati senza motivo agli attaccanti rossoneri).
Le immagini del duello rusticano, condito da qualche labiale facilmente ricostruibile, riprese da una telecamera Rai, sono andate in onda ieri sera, alla Domenica sportiva a testimonianza di una prima considerazione: la protesta milanista è montata all'istante, sull'onda emotiva della partita, e non è stata organizzata per distrarre l'opinione pubblica dalla pesante sconfitta. Galliani non ha raccontato in diretta l'episodio ma il suo ufficio-stampa non lo ha nascosto ai cronisti presenti negli spogliatoi dello stadio romagnolo. Il giudizio feroce nei confronti del nuovo designatore, delle sue antiche amicizie e delle sue frequentazioni, non è di sabato sera: già all'atto della nomina di Braschi, il dirigente berlusconiano fece conoscere in federcalcio e in Lega la propria forte preoccupazione.
Silvio Berlusconi, in materia, ha calcato la mano, mescolando giudizi consolatori a ironie diffuse di sapore amarissimo, politica e calcio («come Governo speriamo di fare meglio di Milan e Roma...»), argomenti entrambi di forte attualità. Sul Milan, in complesso, e sul lavoro appena iniziato da Allegri, è stato comprensivo. Ha cominciato con una pubblica ammenda il presidente: «Ieri ho detto “forza Milan” ed è andata male, pazienza, nel calcio succede. A Cesena ci ha dato dei dolori ma non ha giocato male. Sono stati negati tre gol e fischiati dei fuorigioco inesistenti». Poi, messo di fronte al banale gioco della torre («chi butta giù tra il Milan e l'interim del ministero?»), ha fatto ricorso alla battuta pronunciata con un largo sorriso: «Il problema è che spesso il Milan si imbatte in arbitri di sinistra». La platea ha colto al volo ed ha applaudito.
Come si può capire, quindi, il problema non è politico ma solo e soltanto di fiducia nella nuova gestione della squadra degli arbitri di serie A. Marcello Nicchi, il presidente dell'Aia, per evitare polemiche e contraccolpi all'addio di Collina (passato a lavorare per Platini e l'Uefa), ha cercato nei primi giorni di fare da schermo protettivo, assumendo la responsabilità tecnica oltre che politica dell'operazione. Non è stato sufficiente. Le perplessità legate alla presenza di Braschi sono riferite anche al suo passato: fu arbitro internazionale, quindi dirigente di una società di calcio ( il Siena, ndr) senza autorizzazione, poi è tornato nei ranghi arbitrali. È come per un magistrato: se dovesse lag sciare la toga per la politica, dovrebbe essergli impedito il ritorno tra i colleghi. Per Galliani, che neha parlato a lungo al telefono con Berlusconi sabato notte da Cesena, non è un piccolo contenzioso legato alla partita persa, nettamente, e per demeriti che sono sotto gli occhi di tutti ( clamorose disattenzioni difensive, ingenuità tattiche, rendimento al di sotto di ogni insufficienza, leggi Ronaldinho, Papastathopoulos, Thiago Silva, Ambrosini, Gattuso). C'è al Milan e tra i dirigenti di società un clima di generale diffidenza nei confronti della nuova gestione che diventerà argomento di una polemica in ogni sede, federale e non, una sorta di caso Fini del calcio per intendersi.
Per qualche ora, così, i problemi autentici del Milan sono rimasti dietro le quinte.
«A me Ibrahimovic non è affatto dispiaciuto, era molto motivato», il giudizio di Zaccheroni che ha ricordato, quasi per consolare l'ambiente, il suo precedente: «Persi alla seconda partita con la Fiorentina in casa, ma poi vincemmo lo scudetto ». Forse la notizia migliore è arrivata da Milanello con la conferma dei recuperi, per la Champions, di Nesta e Seedorf.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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