Roma - "Sono grato a Veltroni, faremo tesoro della sua disponibilità, abbiamo già avviato contatti con l’opposizione e il confronto inizierà già dalla fine di questa settimana". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo al Senato in apertura al dibattito sulla fiducia al governo. Berlusconi ha insistito sul fatto che "siamo di fronte a una disponibilità al confronto che non è pregiudiziale e non ha precedenti nella storia repubblicana".
Sicurezza, quasi pronto il dl La sicurezza e il contrasto all’immigrazione clandestina sono priorità che il governo intende affrontare con determinazione: "Ci sono emergenze acute - ha affermato Berlusconi - che affronteremo senza adottare svolte repressive incompatibili con la nostra tradizione liberale, attente ai diritti civili di ogni essere umano, prima ancora che alle regole a cui l’Europa ci vincola. Ma garantiamo che nell’ambito di queste tutele - ha aggiunto il presidente del Consiglio - agiremo con tutta la durezza e la severità che si impongono per difendere i cittadini e per colpire la criminalità. Si impone una svolta nelle politiche per la sicurezza e noi cercheremo di realizzarla al più presto. Annuncio che abbiamo praticamente ultimato il decreto, fatto di molti punti, che - ha concluso - approveremo nel primo Cdm che terremo Napoli la prossima settimana".
Rai e sistema tv "Anche su questo terreno, in passato fonti di incomprensioni e di scontri, si può uscire da quella che è stata una guerra quasi ventennale". Così il premier accenna al confronto sul sistema televisivo e in particolare sulla Rai. "Anche su questo terreno - aggiunge il presidente del Consiglio - non c’è altra strada che quella del dialogo e della comune assunzione di responsabilità". Berlusconi cita l’intervento del leader del Pd alla Camera che aveva parlato della necessità di garantire autonomia e libertà di informazione a partire dalla indipendenza della Rai assicurando che "su questi punti c’è la nostra adesione".
Fiducia, sì dalla Camera Il governo ha ottenuto la fiducia dalla Camera con 335 voti favorevoli, 275 contrari e un astenuto, dopo che Berlusconi aveva confermato in aula la linea illustrata ieri nelle sue dichiarazioni programmatiche, dicendo che il suo esecutivo favorirà il clima di collaborazione con le opposizioni per la soluzione dei problemi del Paese. Il presidente del Consiglio ha svolto la sua breve replica al dibattito sul programma del governo a Montecitorio riprendendo i toni di ieri, contrappuntandoli degli stessi slogan usati dal leader delle opposizioni Walter Veltroni in campagna elettorale.
Le tasse All’inizio del suo intervento ha citato lo slogan di Veltroni sulle tasse, "pagare meno, pagare tutti", dicendo che è "uno slogan che ci appartiene". Ha addirittura concluso l’intervento con una lunga citazione del refrain più famoso della parodia fatta da Maurizio Crozza del segretario del Partito democratico in campagna elettorale: "Lasciatemi dire, come direbbe pacatamente e serenamente il leader del maggiore partito dello schieramento a noi avverso, che se pò fa’, si può fare e ce la possiamo fare. E con questo auspicio, anzi con questa certezza che chiedo il voto di fiducia".
Il dialogo All’inizio del suo intervento, Berlusconi ha detto che la sua apertura al dialogo, lanciato da lui stesso ieri mattina, viene oggi rilanciata come risposta alla richiesta delle opposizioni: "Ho seguito con attenzione gli interventi e desidero ringraziare tutti i colleghi della maggioranza e della opposizione e chi ha voluto incalzarci e sfidarci sul dialogo. Questo governo accoglie questa sfida costruttiva consapevole che non è solo questione di galateo, ma di assunzione di responsabilità alla quale nessuno può sottrarsi. Bisognerà adoperare il buon senso e cercare soluzioni condivise". Sui temi concreti, il Cavaliere ha citato un argomento sul quale "non ci troveremo d’accordo" ed ha rilanciato la costruzione del Ponte sullo stretto di Messina come opera "indispensabile".
Le pensioni Sulle pensioni poi, pur dicendo che la riforma fatta dal centrosinistra è "stata fatta contro il nostro parere", ha assicurato che non ci sarà "una controriforma", lasciando intendere - come detto anche in campagna elettorale - che il centrodestra non ripristinerà la riforma Maroni e lo scalone cancellato dal governo Prodi. Ha poi parlato di riforma della contrattazione salutando con favore il documento dei sindacati confederali sul tema ed il tema della sicurezza sottolineando l’affinità delle soluzioni che il governo adotterà con quelle prospettate da alcuni sindaci di sinistra.
Le riforme Un breve accenno, infine, anche al tema delle riforme istituzionali "sulle quali sono ampi i margini di convergenza". Berlusconi prosegue dunque la sua luna di miele ed anche il dibattito della Camera registra poche volte toni duri, lasciati soprattutto ad Antonio Di Pietro ed agli interventi dei leghisti che ricordano al governo "di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale".
Di Pietro scatena il battibecco Parla Antonio Di Pietro e a Montecitorio si vedono le prime scintille della nuova legislatura. Il leader di Idv apre il suo intervento ricordando a Berlusconi che gli aveva offerto il posto di ministro dell’Interno. Il premier lo guarda e gli dice "no, non glielo ho mai offerto", facendo di no con le mani. Sarà la prima e unica reazione di Berlusconi durante l’intervento costellato di attacchi tenuto da Di Pietro, che è stato invece interrotto ripetutamente dai deputati del centrodestra.
Fini lo bacchetta Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha chiesto di permettere a Di Pietro "di esprimere il suo pensiero", mentre dai banchi del Governo Claudio Scajola invitava con ampi gesti alla calma. Ma le interruzioni e i "buuh" da destra non si contano, e Di Pietro chiede ancora aiuto a Fini. "Lei non è nuovo di questa aula e sa...", risponde il presidente. Ma Di Pietro incalza: "Questo vale solo quando riguarda me?". E Fini scatta: "Dipende da ciò che si dice, fermo restando che ho già invitato la parte destra dell’emiciclo a non interrompere". Ma Di Pietro non demorde: "Già, non bisogna disturbare il manovratore", qui si sente l’unico applauso condiviso dall’Idv e dal Pd. Da allora in poi, invece, da sinistra non arriveranno più applausi per l’ex pm che incalza Berlusconi che, zitto, non alza gli occhi dal foglio davanti a se e non raccoglie.
Di Pietro: "Opposizione senza compromessi" Il leader dell’Italia dei Valori assicura che il suo partito "non cadrà nella tela del ragno". "Noi - dice - non abboccheremo e non credo che lo faranno gli amici del Partito democratico. Una cosa è ascoltarla e un’altra è venirle appresso". Di Pietro promette un’opposizione "decisa, senza compromessi eppure costruttiva: qualora vi dovessero essere provvedimenti nell’interesse dei cittadini noi li voteremo - afferma infatti -. Lei vuole un’opposizione morbida, di governo e invece fare opposizione vuol dire riscrivere la verità". Dura quindi la requisitoria contro il Cavaliere: "Lei - è l’attacco - è sceso in politica per i suoi interessi personali e giudiziari". Il numero uno dell’Idv punta i riflettori in particolare sul capitolo giustizia: "Lei vuole una giustizia forte con i deboli e debole con i forti. A suo uso e consumo. Lei - dice ancora Di Pietro - è in conflitto di interessi con se stesso e nessuno può sapere se le decisioni che prende le prende per sé o per altri". Critiche poi anche per il rapporto con l’informazione: "Conosciamo le sue bugie e la sua capacità di distorcere la realtà, la tela che ha posto sull’informazione e la disinformazione", conclude Di Pietro.
Casini al premier: "Ha detto una bugia" "Presidente, mi consenta: ha detto una piccola bugia". Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini adopera proprio l’espressione più consueta del presidente del Consiglio per togliersi un sassolino dalla scarpa. "Lei ha detto che le liberalizzazioni non sono state fatte per colpa nostra - ricorda Casini al Cavaliere - non è stata l’Udc a bloccarle ma comunque va bene: non parliamo più del passato. Ora, però, le liberalizzazioni fatele".
Veltroni: "Verificheremo il dialogo su riforme e Rai" Sulle riforme istituzionali e l’indipendenza della tv pubblica verificheremo se il dialogo proposto dal governo è vero o no. "L’Italia deve cambiare pagina e ciascuno deve dare il suo contributo - sostiene il segretario del Pd - io raccolgo il suo invito e vorrei che si partisse subito con le misure per rendere più efficiente la macchina dello Stato, la riduzione del numero dei parlamentari, la riduzione dei costi della politica, l’autonomia e la libertà di informazione, a partire dall’indipendenza della Rai. Qui - incalza Veltroni - vedremo subito se il dialogo è vero". Veltroni propone di ripartire subito dal "pacchetto di proposte su cui lavorava la commissione presieduta da Luciano Violante nella scorsa legislatura" quindi invita il governo a "ratificare subito il Trattato di Lisbona" per le politiche sociali e conclude "la vera sfida tra noi sarà sui grandi temi sociali. Il paese ha bisogno di grandi cambiamenti".
Stretta di mano Veltroni-Berlusconi Il clima di dialogo che si respira in questo inizio di legislatura viene suggellato in aula alla Camera da una stretta di mano tra il presidente del Consiglio e il segretario del Partito democratico, Walter Veltroni.
È stato quest’ultimo, nel corso della prima chiama del voto di fiducia, ad avvicinarsi al premier, che si stava intrattenendo in una conversazione con Arturo Parisi, e a stringergli la mano scambiando anche qualche battuta e poi dirigendosi verso l’uscita dell’aula.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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