nostro inviato all'Aquila
«Passano gli anni, ma io non mollo. Da fare ci sono ancora tante cose». Quello di Silvio Berlusconi è un compleanno inedito, passato quasi tutto in Abruzzo e festeggiato con un pranzo nell'enorme refettorio della caserma di Coppito, la stessa che ha ospitato il G8 dell'Aquila.
Tra militari della Guardia di finanza, uomini della Protezione civile, imprenditori e operai impegnati nella ricostruzione - tutti rigorosamente con il loro vassoio da self service - il Cavaliere brinda e taglia la torta. «Perché c'è una sola candelina? Se pensavate che non sarei riuscito a spegnerne 73 tutte insieme avete fatto un errore visto che mi sono già allenato con 110 candeline», scherza il premier. Che prima della consegna dei primi 500 appartamenti antisismici a Bazzano e Preturo si concede durante il pranzo un po' di libertà e qualche battuta lontano da telecamere e cronisti.
Parla anche del futuro, raccontano i presenti, soddisfatto di quella che per L'Aquila è «una giornata storica». «Peccato - aggiunge - che il fatto che cada oggi mi costringa a ricordarmi la mia età». Comunque, dice Berlusconi con il bicchiere in mano («mi bagno solo le labbra se no do di matto...»), c'è ancora «molto da fare». E i due punti su cui insiste sono il piano per le cento città nei capoluoghi di provincia (saranno, spiega, «insediamenti di case per i giovani» con pagamento di rate di mutuo più basse dei canoni di locazione di mercato) e il piano carceri. Ed è soprattutto su quest'ultimo che il premier si dilunga, perché - è il senso del suo ragionamento - il «modello operativo da seguire dovrà essere quello dell'Aquila». Non è un caso che siano in molti a fare il nome di Guido Bertolaso come commissario straordinario per le nuove carceri. Il progetto è quello di cedere alcuni vecchi istituti di pena ai costruttori (per farne appartamenti, alberghi o centri commerciali) che in cambio si impegnerebbero a costruire nuove carceri fuori dalle città.
Insomma, un Berlusconi deciso a guardare in avanti e convinto che il governo sia «stabile» e «fortissimo». D'altra parte, a chi qualche giorno fa in privato gli ipotizzava lo stesso scenario dipinto ieri da Francesco Rutelli («se cade il Cavaliere ci vuole un governo del presidente»), il premier aveva risposto senza mezze misure: «Se si illudono che io mi faccia da parte, si sbagliano di grosso».
Durante il pranzo a Coppito - come in mattinata, quando collegato telefonicamente con UnoMattina si lascia sfuggire un «chiamatemi più spesso, così mi sento meno solo» - c'è spazio anche per barzellette e battute. «Negli Stati Uniti - racconta - mentre ero in aeroporto una signora mi ha detto che dimostro 53 anni. La sto ancora cercando...». Poi, foto e strette di mano con gli operai che in questi sei mesi hanno lavorato senza sosta, 15 agosto compreso. «Avete fatto grandi sacrifici, tre turni di lavoro al giorno sono davvero tanti. Ora potrete consolarvi con tre turni anche per divertirvi con le vostre fidanzate». Ultima digressione su Umberto Bossi: «Sapete come fa l'amore? La lega». E tributo al «mitico Gianni Letta» che lo chiama per gli auguri: «Fategli tutti un applauso». La telefonata di Gianfranco Fini, invece, era arrivata già di buon mattino.
Finiti i festeggiamenti a porte chiuse, Berlusconi si sposta nella piccola frazione di Bazzano per la consegna dei primi 400 appartamenti antisismici (più 100 a Preturo). «Un vero miracolo», dice il Cavaliere. La conferma che «qui c'è l'Italia vera». «Lo Stato - aggiunge - questa volta c'è stato e abbiamo dato la dimostrazione a tutti i cittadini italiani che non è oppressore ma amico». La cerimonia è breve, anche per lasciare il tempo di un giro nei nuovi appartamenti. Berlusconi fa da cicerone nelle case, apre cassetti e sportelli, mostra ai nuovi inquilini tutte le dotazioni. A ogni piano una sosta con le famiglie e quando una signora gli dice di non arrabbiarsi con gli avversari politici il premier risponde con un sorriso: «Sono loro ad avercela con me».
Molti gli fanno gli auguri, qualcuno pure un regalo tra cui una statuetta del 600 avanti Cristo. «C'è sempre qualcuno più vecchio di me», chiosa Berlusconi. Che prima di lasciare Bazzano, ringrazia gli operai e li abbraccia: «Ci vediamo la prossima settimana». A sera, cena a Villa Aurelia a Roma con deputati e ministri. Il discorso dura poco più di cinque minuti: «Mi sento 35 anni e oggi a L'Aquila ho provato una delle più belle soddisfazioni della mia vita. Il governo? Durerà per tutta la legislatura».
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