Bernheim vede Draghi e Tps: «Pretestuosi i rilievi di Algebris»

«Sono un amico dell’Italia» ribadisce l’anziano banchiere «ma i media mi attaccano»

da Roma

Vestito grigio scuro, Audi di servizio blu scura, volto scuro. La mattinata romana di Antoine Bernheim, nonostante il sole, è all’insegna del malumore. L’anziano presidente delle Assicurazioni Generali, sotto attacco da parte di un hedge fund inglese di nome ma italico di fatto, incontra in rapida successione il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa e il governatore di Bankitalia Mario Draghi per parlare del «caso Algebris», e difendere il proprio operato confutando - definendoli «pretestuosi» - i rilevi mossi dal fondo.
Tappa clou della missione diplomatica bernheimiana, lo studio di Mario Draghi, a palazzo Koch. La nostra banca centrale, attraverso il fondo pensioni dei dipendenti, ha in portafoglio il 4,4% delle Generali. Ma Draghi, insieme con il direttore generale Fabrizio Saccomanni, ha ascoltato Bernheim soprattutto nella veste di arbitro interessantissimo alle ricadute nel sistema bancario-finanziario nazionale delle vicende legata a Generali-Mediobanca. Il presidente del Leone avrebbe definito «pretestuosi» i rilievi del fondo Algebris, rimarcando i successi dell’ultimo anno della società. Avrebbe anche ricordato di «esser visto in Francia come un sincero amico dell’Italia», rammaricandosi all’opposto per gli «attacchi» ricorrenti da parte dei media italiani. Draghi e Saccomanni hanno ascoltato con attenzione le ragioni del banchiere parigino, rimarcando il fatto di essere tradizionalmente «azionisti neutrali», benché molto consistenti, delle Generali.
Perché, invece, il tête-à-tête di Bernheim con Padoa-Schioppa? Per cortesia, di certo. Per fatto che il ministro sia figlio di Fabio Padoa-Schioppa, amministratore delegato delle Generali negli anni di Merzagora. Infine, una ragione diplomatica: nei giorni scorsi sarebbe infatti giunta a Romano Prodi una telefonata del presidente francese Nicolas Sarkozy per sollecitare una difesa dell’anziano banchiere. Così, Prodi avrebbe chiesto a «Tps» di ascoltare con attenzione le ragioni del presidente delle Generali. Questo quadra con l’unico sussurro filtrato ieri, secondo il quale, più che parlare, «il ministro ha ascoltato». Dopo i due incontri istituzionali, Barnheim si è recato nello storico palazzo delle Generali, in piazza Venezia, dove ha trascorso una mezz’ora. Avvicinato dai giornalisti, ha detto in italiano «non voglio parlare», senza aggiungere altro.


In mattinata, un importante azionista delle Generali, l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, ha fatto una visita al piano nobile di palazzo Koch. Caltagirone detiene l’1% del Leone di Trieste, e dallo scorso aprile è componente del consiglio d’amministrazione. Smentita, invece, la presenza in via Nazionale di Emilio Botin, presidente del Santander.

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