Bersani «nazionale» Burlando oscurato dai venti di crisi tra Pd e Napolitano

Bersani «nazionale» Burlando oscurato dai venti di crisi tra Pd e Napolitano

Genova finisce di nuovo in diretta su Youdem, la tv satellitare del Pd. Lo fa per l’apertura della campagna elettorale che il segretario decide di fissare proprio nella città dell’ultima Festa nazionale, nella città dove il governatore uscente Claudio Burlando cerca disperatamente di convincere i suoi ad andare a votare, a fare di tutto per non perdere un solo voto, visto che la vittoria è tutt’altro che certa e gli stessi sondaggi di sinistra non danno segnali rassicuranti.
La nuova diretta genovese però stavolta rischia di passare alla storia come quella della prima frattura tra Giorgio Napolitano e il «suo» Pd. Il capo dello Stato infatti viene criticato, seppure indirettamente e nonostante i tentativi di smussare i toni, anche dal segretario del partito nel quale ha sempre militato. E l’argomento finisce per oscurare quasi completamente il vero motivo per il quale Bersani era venuto a Genova. Burlando, insomma, deve accontentarsi di fare la comparsa al Vaillant Palace, perché il numero uno del partito ha già abbastanza grattacapi. Deve misurare le parole ma non può esimersi dal parlare (praticamente solo) del decreto salva-liste. E soprattutto non può dire che va bene così. Così lo definisce «una ferita molto grave al senso comune», anche perché «stiamo assistendo ad affermazioni anche di autorevolissimi esponenti istituzionali, come il presidente del Senato, che distingue tra Costituzione reale e formale, dando l’idea che Berlusconi cavalca e che il consenso viene prima delle regole, che c’è il popolo che è il giudizio di Dio». Il problema è che quel decreto è stato firmato da Napolitano che gli ha dato il via libera, rendendosi così eventualmente «complice» della violazione della costituzione.
L’accusa di «trucco vergognoso» viene infatti rispedita al mittente in breve tempo dal presidente della Repubblica, che fa notare come «la vicenda sia stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l’acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali. È bene che tutti se ne rendano conto». Forse anche temendo una replica piccata, Bersani gioca d’anticipo e invita a «tenere fuori» Napolitano dalle polemiche. «Il presidente della Repubblica non c’entra niente, non si nascondano dietro al presidente della Repubblica», la butta lì, facendo finta di non sapere che il suo principale alleato, Antonio Di Pietro, ne ha chiesto l’impeachment dopo aver spergiurato che non si sarebbe opposto alla riammissione del Pdl.


Battaglia dura e difficile, che mette in campo tutti gli uomini forti del Pd per evitare la frattura con il Colle. Ma che soprattutto frega Burlando. Sì, è vero, Bersani era a Genova perché la situazione è delicata e in Liguria il Pd rischia la figuraccia. Ma ieri aveva cose più importanti ccui pensare che non ad aiutare Burlando.

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