Settembre 2010, a ben vedere non tanto differente da un qualsiasi mese degli anni Settanta. La politica italiana rientra dalle ferie e si trova come catapultata indietro di trentanni, ai pregiudizi da Anni di Piombo. Ad azionare la macchina del tempo, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani (nella foto), che giovedì se nè uscito con una mirabile sintesi politica del berlusconismo: «Col Cavaliere - ha detto il leader dellopposizione - la politica è regredita nella fogna».
Parole dure e forti che hanno suscitato focolai di polemica sia a destra sia a sinistra. Così, mentre gli ex An - allenati allostracismo dellintolleranza - reagiscono con sarcasmo, anche dal Pd si levano voci di dissenso come quella del sindaco di Firenze Matteo Renzi: «Non mi piace quella frase, non lavrei usata». Insomma, una condanna quasi unanime che non ha lasciato indifferente lex ministro prodiano. Il quale puntualmente ha fatto marcia indietro: «Forse ho usato una parola un po forte - ha ammesso dal palco della festa dellApi rutelliana-, ma il Paese è a livelli di avvilimento totale».
Ammissione di colpa, di gaffe e di esagerazione. A suo modo lodevole, anche se tardiva.
Bersani pentito della sparata «Fogna? Parola un po forte...»
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