da Roma
Il dossier francese e le mire dellEnel sulla franco-belga Suez tornano sul tavolo del Governo. Il ministro per lo sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, apre alla possibilità di una soluzione amichevole, parlando di possibili accordi di reciproco vantaggio. «Ci possono essere soluzioni coerenti da un punto di vista industriale di reciproco vantaggio» per Italia e Francia, ha precisato il ministro dal vertice Ue per lenergia. I responsabili del gruppo elettrico, intanto, proseguono gli incontri a Palazzo Chigi, in vista della missione del premier Romano Prodi che martedì vedrà a Parigi il presidente Jacques Chirac.
Laltra sera il presidente dellEnel, Piero Gnudi, ha visto Prodi, mentre ieri a parlare con il sottosegretario alla Presidenza, Enrico Letta, è stato lamministratore delegato Fulvio Conti. La palla, dunque, è tornata alla diplomazia politica per arrivare a una soluzione, quella anticipata da Bersani, che «vada bene per tutti», allontanando così il tira e molla dellopa Enel sul Suez. Dal ministro è arrivata anche la precisazione che non è sul tavolo lipotesi di una vendita di quote Enel ed Eni per correggere i conti pubblici.
Tornando ai francesi, Bersani ha messo laccento al «quadro di buoni rapporti». Anche perché - ha detto - lItalia non è interessata a mantenere «tensioni con la Francia, ma a lavorare in un quadro di collaborazione». E la decisione del governo di togliere, con il ddl sullenergia, il congelamento del diritto di voto al 2% per le imprese straniere «non è solo una questione burocratica: vogliamo metterci a posto con le regole e chiediamo che tutti assumano lo stesso comportamento».
LEnel «ha tutto il diritto di fare le valutazioni sulle sue iniziative e le sue offerte», ha aggiunto Bersani. Dalla Francia, al cotrnrario, lad di Gaz de France, Jean-François Cirelli, si dice «convinto» che il progetto di fusione Gdf-Suez (alternativo al coinvolgimento delEnel) sarà completato entro lanno. E precisa di essere alloscuro di eventuali accordi Italia-Francia per una possibile cessione della belga Electrabel allEnel, mentre il ministro dellEconomia, Thierry Breton, ha nuovamente dichiarato che sarà il Parlamento a decidere sulle nozze GdF-Suez. «È un dossier in cui credo», ha aggiunto Breton, ricordando che il progetto di fusione sarà discusso allAssemblea nazionale il 14 giugno e al Senato il 15. Al momento lipotesi di unopa su Suez - da tempo indicata come larma nel cassetto dellEnel per la conquista della società belga, funzionale alla propria strategia di espansione estera - sembra così allontanarsi dalla scena. Anche se lipotesi, come ricordato proprio da Conti, non «è chiusa». E, in questa direzione, se la diplomazia politica dovesse fallire e lEnel decidesse di passare al contrattacco con la scalata a Suez, potrebbe spuntare anche una partecipazione di Ge per la soluzione delle attività nellacqua.
Ununità finanziaria del colosso sarebbe infatti disposta, secondo quanto dichiarato allagenzia Reuters da un responsabile del gruppo, ad affiancare finanziariamente un partner operativo interessato agli asset idrici di Suez.