Bertolaso toglie il fango da Palazzo Marino: «Emergenza ben gestita»

Avanti piano con la richiesta di uno stato di calamità per riparare i danni del nubifragio di otto giorni fa. «Bisognerà vedere se c’è l’esigenza, perché si possono anche fare degli interventi di messa in sicurezza senza questo provvedimento, sarà una decisione che verrà presa tutti insieme» ha avvertito ieri il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Al mattino sul palco in piazza Duomo accanto al sindaco Letizia Moratti e all’assessore regionale Romano La Russa per il raduno nazionale dei volontari e, a cerimonia finita, a pranzo con loro, il piatto forte è stato inevitabilmente l’emergenza Seveso. Bertolaso ha chiesto ai rappresentanti di Comune e Regione di presentare elementi approfonditi su danni e spese stimate, «al di là di quelle che sono state le cause e le conseguenze, mi pare che l’emergenza sia stata gestita bene - sottolinea -, l’intervento per rimettere in funzione il prima possibile la M3 allagata è stato sicuramente rapido e i tecnici contano di poterla riaprire già nei prossimi giorni». Ma al di là dello stato di calamità, che si tradurrebbe per Milano con soldi e interventi più rapidi, «dovremo vedere quali misure mettere in piedi per evitare che in futuro riaccadano cose del genere».
Suonano quasi profetiche le parola dette sul palco agli oltre 3mila volontari arrivati da tutta Italia per festeggiare sotto la Madonnina il santo patrono della Protezione civile, San Pio da Pietrelcina. Bertolaso fa quasi un comizio, («il sistema rappresentato dalla Protezione civile è diventato indispensabile perché ogni volontario si è inserito in modo perfetto e armonico con il sistema nazionale», ha detto soffermandosi sui «continui tentativi di demonizzare e smobilitare ciò che rappresentiamo oggi, i tentativi per indebolirci non si fermeranno con le ultime aggressioni»). Ma il «miracolo oggi - ed è qui il punto - è che tutti i volontari sanno quello che bisogna fare, in un Paese dove quasi mai questo avviene, dove l’unico gioco che tutti sanno praticare è quello della scaricabarile. Noi non lo abbiamo ma fatto e non lo faremo mai, prendendoci magari anche le responsabilità di altri pur di andare avanti».
Il rimpallo delle responsabilità tra Comune e Regione sull’emergenza esondazioni è proseguita invece anche ieri. Con il sindaco Moratti a puntualizzare che «è responsabilità della Regione e non mia richiedere lo stato di emergenza, e io credo che sia giusto rispettare le competenze di ognuno. Io ho fatto e farò presente quelle che sono le problematiche e le criticità che ci sono state. Poi, nel rispetto delle competenze, sarà la Regione a decidere, come è giusto che sia». La Moratti aveva puntualizzato che in 5 anni chi ha i poteri di coordinamento sovracomunale non l’ha mai convocata ad un tavolo per uscire dall’emergenza Seveso. «Il dialogo tra Regione, Comune e Provincia - ribatte invece il governatore Roberto Formigoni - c’è stato. Il Pirellone ha firmato degli accordi di programma, quindi proprio dal punto di vista “metafisico” il dialogo è avvenuto, tanto che le altre istituzioni hanno firmato». Romano La Russa ammette che sulla linea 3 e 5 del metrò i «danni sono importanti, anche se sembrano scongiurati problemi di staticità.

Sarebbe opportuno che Milano potesse ricorrere a fondi dello Stato perché da sola non credo che possa fare molto, la Regione comunque sta valutando con attenzione le istanze del sindaco, valuteremo se ci saranno le condizioni per richiedere stato di calamità. Noi confermiamo la nostra massima disponibilità a collaborare con l’amministrazione e il Governo».

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