Sono passate appena quarantottore dalla visita che ha compiuto a Milano, dove ha pronunciato parole in difesa del cardinale Dionigi Tettamanzi messo sotto accusa dalla Lega, ma le polemiche ieri sera, nellaula magna delluniversità Lumsa di Roma, sembravano davvero ormai lontane mille miglia: il Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha partecipato a un convegno sulla figura di don Sturzo a fianco del capogruppo leghista alla Camera Roberto Cota e dellonorevole Massimo DAlema. E ha pronunciato parole che appaiono tese a sdrammatizzare, tendono la mano al Carroccio e mostrano come la Santa Sede non soltanto non intenda farsi trascinare nella polemica ma consideri la Lega Nord come un interlocutore significativo: «Il presidio del territorio - ha detto il cardinale Segretario di Stato - un tempo era appannaggio di vescovi e parroci, e sappiamo quanto è importante dentro la Chiesa il concetto di territorialità. Oggi va considerato che la Lega è una forza politica fortemente radicata nel territorio». Parole che sembrano riportare il sereno nei rapporti con la forza di governo che a settembre, dopo gli scontri sullimmigrazione, aveva avviato incontri prima con il presidente Cei, cardinale Angelo Bagnasco, e poi con lo stesso Bertone.
Gli attacchi del ministro Roberto Calderoli contro larcivescovo di Milano, quindi, sembrano sfumare allorizzonte. Ieri sera Cota, nel suo intervento, ha insistito sullimportanza nella vita politica della difesa di valori, dalla vita alla famiglia, ma soprattutto dellidentità, a partire dal crocefisso: «La nostra identità deve essere difesa, e la croce non è un simbolo qualunque, ci si riconosce il 91 per cento degli italiani, è un simbolo del nostro patrimonio storico, che va difeso». Parole che non hanno certo trovato lintesa con DAlema, che richiamando le crociate (e tutte le guerre di religione) ha osservato come queste battaglie erano il portato di una «Chiesa dOccidente, didentità europea, e non è questa la dimensione oggi della Chiesa».
Per DAlema oggi «cè bisogno di un rinnovato impegno dei cattolici in politici, e non di atei devoti che mettano il potere al servizio dei valori».
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