Bertone, è pronto il piano Reviglio: a Lilli resta il 30%

da Torino

È una situazione incredibile», dice Barbara Bertone, destituita da direttore generale dalla madre Lilli, presidente e amministratore unico dell’azienda. E assicura: «Sono sempre direttore finanziario, continuerò a lottare per trovare una soluzione». E mentre continua la battaglia all’interno della famiglia piemontese, il finanziere Domenico Reviglio lavora al piano industriale, la cui prima bozza è stata giudicata poco concreta da istituzioni e sindacati. La stesura definitiva sarà pronta per mercoledì 9, giorno dell’incontro fissato in Regione fra tutte le parti. L’accordo per rilevare la Bertone, raggiunto il 31 dicembre e annunciato a sorpresa a Capodanno, lascia a Lilli fino al 30% della holding a cui faranno capo le attività del gruppo e al finanziere la gestione diretta delle trattative con gli altri soci per l’acquisizione di ulteriori quote e dei rapporti con le istituzioni. Tutto si dovrebbe chiudere entro il 23 gennaio, alla vigilia della convocazione al Tribunale fallimentare.
«Una vicenda allucinante, tutta giocata sulla pelle di 1.300 lavoratori», commenta Gianfranco Carbonato, presidente dell’Amma, l’associazione delle imprese metalmeccaniche torinesi che in questi mesi ha assistito la società. I sindacati, che faranno in questi giorni le loro verifiche sull’assetto proprietario della Bertone e sul piano messo a punto da Reviglio, lamentano la perdita con l’uscita di Barbara dell’«unico interlocutore stabile» e parlano di «una monarchia non illuminata da parte della regina madre, la signora Lilli». «Mi erano già state tolte giovedì scorso le procure per acquisti e vendite - spiega Barbara Bertone - non potevo neppure fare i bonifici per pagare i dirigenti.

Ma per quanto riguarda la mia carica di direttore generale ho visto il comunicato solo ieri sera (venerdì ndr)». Mercoledì sarà discussa anche la proroga della cassa integrazione. Domani, intanto, gli operai torneranno in fabbrica.

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