Besson: «Sullo schermo i miei libri per ragazzi»

Il regista francese ai piccoli intervenuti: «Fate domande migliori di quelle dei giornalisti»

Pedro Armocida

da Roma

Più che la Festa del cinema sembrerebbe quella degli addii alla settima arte. Ha iniziato prima Scorsese dicendo che forse non realizzerà più film a Hollywood. Ieri è arrivato il corpulento Luc Besson e con nonchalance ha detto: «Ho iniziato a fare film a vent’anni. Dopo tutto questo tempo è difficile girare qualcosa di nuovo, di diverso. Non ne sento più l’urgenza. È come per gli sportivi che a un certo momento lasciano l’attività quando sanno che non potranno migliorare le loro prestazioni». Così il regista di Nikita e del Quinto elemento, ma produttore di ben 47 film, per migliorarsi ha deciso di portare al cinema i romanzi per ragazzi che dal 2002 ha iniziato a scrivere. Finora ne sono usciti tre ottenendo anche in Italia (Mondadori) un grande successo di vendite: Arthur e il popolo dei Minimei, Arthur e la città proibita, Arthur e la vendetta di Maltazard; mentre per gennaio è atteso Arthur e la guerra dei due mondi.
Storia del bambino Arthur di dieci anni che si trova a dover difendere la casa della nonna dalle smanie di un malvagio speculatore. Frugando nel solaio, trova un librone di magia del nonno misteriosamente scomparso, che gli consente di entrare nel paese dei microscopici Mimimei (esserini grandi poco più di due millimetri, macchie rosse, orecchie a punta, occhi neri e sporgenti come biglie), governati dalla principessa Selenia. Arthur, accompagnato dall’inseparabile cane Alfred e dal buffo Bétaméche, si innamorerà di Selenia, riuscirà a sconfiggere un perfido mago e a scovare un tesoro che gli permetterà di aiutare la nonna.
Per portare Arthur e il popolo dei Minimei sul grande schermo, Besson ha avviato un’impresa produttiva di tutto rispetto, con un miscuglio di attori veri (il piccolo Freddie Highmore ma anche Mia Farrow), scenografie reali e tanti personaggi animati digitalmente in tre dimensioni a cui hanno prestato la voce celebrità come Madonna, David Bowie e il rapper Snoop Dogg. Duecento persone da cinque anni stanno lavorando al progetto con un budget di 65 milioni di euro e il film vedrà la luce il prossimo Natale in tutto il mondo mentre da noi la 01 lo distribuirà a partire da febbraio.
Ieri Besson è stato ospite della Festa di Roma nella sezione Alice nella città e si è trovato di fronte a centinaia di ragazzini festanti, dagli otto ai tredici anni, particolarmente contenti di trovarsi all’Auditorium e non sui banchi di scuola. Hanno ascoltato Federico Taddia (conduttore su Raitre di Screensaver) leggere alcuni brani del libro, hanno visto il trailer del film, il dietro le quinte e poi hanno posto questioni molto sensate al regista che se li è subito conquistati: «Fate domande migliori di quelle dei giornalisti, francesi s’intende». Così Besson ha raccontato che da piccolo voleva diventare prima austronauta ma, ha scherzato, «ero troppo pesante».

Poi si è occupato di delfini, «ma avevo problemi di immersione», infine il cinema e questo film che «è per me il più difficile perché non sapevo usare i computer e mi sono trovato a starci davanti per ore; per fare un secondo di animazione ci vogliono dieci giorni».

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