Al terzo posto del podio dei peggiori, questa settimana, abbiamo la Bbc con il taglia e cuci al discorso di Donald Trump. Nel documentario Trump: a second chance? le dichiarazioni del presidente americano sono state trasmesse o meglio tagliate, rimontate e poi trasmesse per avvalorare il teorema del Trump golpista. Tanto da far suonare il suo discorso come un incoraggiamento alla rivolta poco prima dell’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021. Un report interno alla Bbc, pubblicato dal Daily Telegraph, ha svelato l'intera montatura facendo scoppiare uno scandalo che ha subito portato alle dimissioni del direttore generale e del ceo di Bbc News. Ma il video "ritoccato" del tycoon è solo la punta dell’iceberg. Nel mirino del report anche la linea tenuta sulla guerra in Medioriente, la narrazione sulla questione transgender e i servizi sugli immigrati clandestini. Storture ideologiche che sono state portate avanti per anni. Un quadro preoccupante che mette a rischio la verità dell’informazione e la libertà dei lettori.
Al secondo gradino del podio abbiamo il candidato del centrosinistra alla Regione Campania: Roberto Fico. Ce lo ricordavamo neo presidente della Camera a bordo di un autobus dell'Atac e ce lo ritroviamo su un "gozzetto" in un mare di polemiche. Ce lo ricordavamo deputato della prima ora, quando Beppe prometteva che il M5S avrebbe aperto il parlamento come una scatoletta di tonno, e ce lo ritroviamo alla guida di un campo largo che più largo non si può, con alleanze che mai avremmo creduto possibili. Ce lo ricordavamo grillino della prima ora, un vero "ortodosso", di quelli che puntavano il dito contro la Casta. E ora ce lo ritroviamo con un curriculum da politico di professione: deputato dal 2013 al 2022, presidente della Commissione di Vigilanza Rai dal 2013 al 2018; presidente della Camera dal 2018 al 2022. Come cambiano i tempi...
Al primo posto del podio il fronte del no alla riforma alla giustizia che, pur di far propaganda contro la separazione delle carriere, confeziona incredibili bufale. Un esempio? Una fantomatica intervista fatta il 23 maggio 1991 a Borsellino da Samarcanda. Ma quel giorno non venne trasmessa alcuna intervista. E anche tre anni prima, quando effettivamente il magistrato la rilasciò, parlò di tutto tranne che di separazione di carriere. Eppure, sui giornali e in tv, il fronte del no sta facendo passare Borsellino come acerrimo nemico della riforma. Lo stesso vale per Falcone di cui gira un'altra fantomatica intervista, questa volta a Repubblica, presa e spacciata come manifesto contro la riforma della giustizia. Peccato che, spulciando gli archivi del quotidiano, nemmeno di questa intervista si trovi traccia. Ma ecco Nicola Gratteri leggerla a DiMartedì, su La7, per sostenere che anche Falcone, come lui, era contrario alla separazione delle carriere dei magistrati, e poi, una volta pizzicato, eccolo scaricare la responsabilità sulle proprie "fonti".
Ad ogni modo, sentite un po' cosa diceva Falcone nel 1991 a Repubblica: "Chi, come me, richiede che (giudici e pm) siano due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell’indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il pm sotto il controllo dell’esecutivo".