Pier Augusto Stagi
Lultima volta che ha usato una bicicletta da pista era ancora un corridore dilettante e vestiva la maglia della Monsummanese. Era il 1994 e Paolo Bettini, oggi campione del mondo di ciclismo, era impegnato al velodromo delle Cascine di Firenze per i campionati regionali. «Ricordo che partecipai al chilometro e allinseguimento ci racconta -: li vinsi entrambi. Volevano che io continuassi la mia esperienza su pista, volevano che continuassi ad applicarmi anche in questa specialità, ma il viaggio da Cecina, dove io abitavo, e Firenze era troppo lungo, e a quei tempi papà Giuliano non aveva il tempo per accompagnarmi. Dovetti concentrarmi sulla strada».
Si è concentrato sulla strada, e su questo terreno Bettini è diventato un asso del pedale: in questi ultimi anni il corridore più forte di tutti nelle corse di un giorno. Oro alle Olimpiadi di Atene, classiche a volontà, due titoli italiani, tre coppe del mondo e poche settimane fa, a Salisburgo, il sigillo ad una carriera da incorniciare e mandare ai posteri: il titolo mondiale. «Lultima volta che sono entrato in pista era il 1998, a Oerlikon, dove si concludeva il Campionato di Zurigo. Una moto ci ha tagliato letteralmente la strada e poteva essere una strage, invece andò tutto bene: primo Michele Bartoli, ottavo io».
Questa sera ritorna in pista, Paolo Bettini. A Grenoble, nella sei giorni che lo vedrà impegnato sino a martedì prossimo in coppia con Marco Villa, 37 anni, una vita trascorsa sugli anelli di mezzo mondo con al suo attivo due titoli mondiali nellamericana (con Martinello nel 95 e 96), e 23 sei giorni (17 con Martinello, tre con Quaranta, una con Baffi, Marvulli e Donadio, ndr). «Ho potuto far poca pratica dice divertito e tuttaltro che preoccupato il campione del mondo -. Solo ieri mi sono trovato con Marco e abbiamo provato i materiali sulla pista di San Vincenzo a Livorno. Abbiamo girato unora e mezza, abbiamo provato qualche cambio, poca cosa però. Marco dice che in corsa sarà tutto diverso, io mi affido a lui e alla mia voglia di fare. Non sarà facile, so che avrei dovuto prepararmi di più e meglio, ma gli impegni non me lo hanno consentito. Da domani sera (questa sera, ndr) sarò in pista, e i giusti automatismi li imparerò sul campo».
Torna Bettini. E con lui possiamo dire che torna anche la pista. In Italia in pratica non cè più da un pezzo, per scarsa volontà e soprattutto perché sono venuti a mancare i grandi campioni della strada che in inverno si dedicavano anche a questa disciplina. Pensiamo a Moser, Saronni, ma anche a Merckx e Knetemann, per non scomodare Sercu. I protagonisti del ciclismo su strada e i campioni del mondo innanzitutto che facevano passerella nei velodromi di mezzo mondo, ma soprattutto producevano spettacolo e ciclismo, sulle piste dinverno. «Paolo è un entusiasta ed è uno che si butta ci spiega Marco Villa -. Gli piace la sfida, misurarsi in nuove avventure. Era da un anno che mi diceva che voleva provare a fare un po di pista, adesso siamo pronti a gettarci nella mischia. Grenoble è la pista giusta per prendere un po di confidenza: non è difficilissima. A Monaco, tra una settimana, qualcosa in più potremmo farlo vedere.
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