Antonio Lodetti
da Milano
Con quello sguardo e quelle curve supersexy che ammiccano strategicamente dalla copertina del suo nuovo cd B’Day, in uscita la settimana prossima, chi mai noterà se Beyoncé sa anche cantare? Nella foto del retrocopertina indossa un provocante costumino bianco e nero e tiene al guinzaglio due coccodrilli... Ma non fatevi ingannare dalla patina modaiola; d’accordo Beyoncé è un sex symbol, testimonial di profumi lussuosi e telefonini, amante di gioielli vistosi ma è pur sempre la regina del nuovo rhythm and blues. Quello che, sul suo canto dalle ricche risonanze bronzee, innesta un sontuoso groviglio di soul, melodia, funky, pop jazz e - ora - di avvolgenti distillati rap. «Dopo Dangerously In Love - dice Beyoncé - ho capito di dover fare qualcosa di differente per non ripetermi. Sono un’artista che fa tendenza, e da me il pubblico si aspetta un nuovo sound, è una grossa responsabilità».
Così venerdì prossimo, giorno del suo venticinquesimo compleanno, la star che molti hanno già definito la giovane Tina Turner («Tina è il mio mito - sottolinea la star - ma ha avuto una carriera lunghissima, io sono solo agli inizi») si prepara ad una nuova manciata di Grammy con B’Day. «L’ho intitolato così perché significa al tempo stesso “Beyoncé Day” e “giorno di compleanno”. È un disco dal suono potente e vivace che vuol essere una grande celebrazione, un enorme party». Che si apre con il sound febbrile di Deja Vu, brano leggero ed esuberante (gia uscito come singolo e con un videoclip provocante) in coppia con Jay Z, rapper di rango e fidanzato «segreto» della cantante, che si affretta sempre a prendere le distanze («ufficialmente non lo ammetto. È un grande artista e un grande rapper, ma la sua collaborazione si limita ai due brani in cui canta»). Troppo commerciale? «È un pezzo soul ma completamente diverso da ciò che si ascolta oggi alla radio - contrattacca Beyoncé -; un pezzo senza tempo. Il mio obiettivo oggi è scrivere canzoni che durino nel tempo, che io possa cantare dal vivo nei prossimi anni provando le stesse emozioni». Coprodotte dalla cantante insieme a papà Matthew e ad una fila di star come Rich Harrison, Swiss Beats, The Neptunes le canzoni partono dal rap sviluppando così un caleidoscopio di stili che passa dal deciso r’n’b di Ring the Alarm (sarà il secondo singolo) agli echi disco di Green Light, dalla grazia jazzy di Kitty Kat al calore soul della splendida Resentment, in cui Beyoncé rende omaggio al grande Curtis Mayfield insieme a Marvin Gaye, Aretha Franklin, Donny Hathaway.
«La definisco una canzone necessaria; racconta di come si sente una donna quando lascia un tizio che non va bene per lei e si ritrova sola, serena, vulnerabile. È il tocco finale alle storie d’amore di B’Day». Un po’ troppo commerciale ma indubbiamente moderno e attuale, B’Day pesca a piene mani nel moderno terreno espressivo afroamericano. La ballata über alles condita di rap, acid jazz, new soul, funk e guai a chi la definisce commerciale. «Diventeranno dei classici», dice puntando a vendere dieci milioni di copie solo negli Usa. Esplosività di suoni, voce scattante e dall’obliqua espressività fanno da sottofondo a testi che hanno come protagoniste le donne. Donne che soffrono, che tradiscono, che amano, che vivono l’attualità. «L’amore non è solo gioia, e io voglio essere la voce delle donne che soffrono e hanno bisogno di un po’ di sostegno. Non è necessario che la musica sia melodica; qui non troverete melodie, solo ritmo e beat».
E, tanto per stupire ancor di più, Beyoncé progetta un tour con una band tutta al femminile. Intanto venerdì presenta i nuovi brani, come super ospite, agli Mtv Music Video Awards di New York. Ma le sue ambizioni non si fermano qui. Il suo sogno è l’Oscar.
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