La biblioteca digitale avrà un milione di libri

Dire rete wi-fi con access point nei luoghi pubblici equivale parlare di social network, di rete sociale: il progetto «Ict, Milano città cablata» infatti, al di là del valore economico finanziario che può avere, ha una portata sociale e culturale incommensurabile. L’accesso al «villaggio globale» (il termine, coniato nel 1964 da Marshall McLuhan, uno studioso delle comunicazioni di massa, per spiegare come la tecnologia influenzi il modo di vivere dell'uomo, con l’avvento di Internet si riferisce al fatto che il mondo si sia ridotto ad un ambito facilmente esplorabile al pari di un villaggio, ndr), come viene definito il mondo di Internet, deve essere garantito, sempre più, a tutti i cittadini come prevede l’articolo 3 della Costituzione.
Uno dei principali vantaggi, infatti, che offre il wireless è proprio la possibilità di sviluppare piattaforme di e-learning (non è un caso che gli access point saranno messi nei centri anziani e nelle biblioteche) e di permettere l’accesso a eventi culturali on line. L’assessore Rossi Bernardi non si ferma qui: è stato commissionato al Cilea, il consorzio interuniversitario Lombardo, e al Politecnico, che vantano una lunga esperienza nel campo della digital library, dell’editoria elettronica e dei sistemi di automazione delle biblioteche, uno studio sulla fattibilità della creazione di una biblioteca digitale in collaborazione con la Beic, la Biblioteca Europea. «Stiamo aspettando i risultati della ricerca - spiega “il prof” -. Poi partiremo con la digitalizzazione dei testi senza copyright per poi passare agli altri.

La Beic sarà una biblioteca moderna dotata di deposito di un milione di libri, ma con la possibilità di passare alla loro versione digitale». I primi, ma non gli unici, a trarne vantaggio sarebbero certamente gli studenti: «Milano ha 8 Università – ricorda Rossi Bernardi - diversi Centri Nazionali di Ricerca e un totale di 174.000 studenti».

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