Capita a Milano che le biblioteche di collezionisti che dedicarono tutta una vita alla bibliofila passione trovino, alla morte del loro creatore, una sede. Capita persino che non siano smembrate e ricevano rigorosa catalogazione. Capita poi che un milanese appassionato di libri decida di accrescere la sua già ricca collezione e ritenga di aprirla al pubblico. Capita tutto questo alla «Casa del libro», quartier generale dove Andrea Kerbaker scrive, tra i libri, i suoi libri e affianca alla scrittura l'organizzazione di eventi culturali. Lì, da pochi giorni, è approdata la biblioteca di Guglielmo Petroni, tra i grandi dimenticati della letteratura italiana del Novecento.
Natali a Lucca (1911-1993), premio Strega con La morte del fiume e autore de Il mondo è una prigione, Petroni fu autodidatta approdato alle lettere e al giornalismo in Rai e ha lasciato in eredità una considerevole collezione libraia che il figlio Paolo, anch'egli giornalista, ha preferito non smembrare. Oggi è in bella vista tra gli scaffali della «Casa del libro», in largo dè Benedetti, e presto i millecinquecento volumi, freschi di catalogazione, saranno consultabili al pubblico. Ci trovi libri di Ungaretti, Montale, Gadda, Vittorini (gli amici delle «Giubbe Rosse», a Firenze) e soprattutto di Mario Tobino, che dedica il suo primo libro al «mio Petronuccio», o di Natalia Ginzburg, amica di sempre. E poi rarità, come il primo romanzo di Bassani, firmato con lo pseudonimo - necessario per le leggi fasciste dell'epoca - di Giacomo Marchi.
Capita a Milano che una collezione privata coltivata con sacrificio, venduta dagli eredi con intelligenza e ora messa a giusta dimora, dia buoni frutti. Un libro appartenuto a Petroni, Le rime di viaggio per la terra dipinta di Alfonso Gatto, con dedica firmata 12-12-1969, giorno della strage di piazza Fontana, rappresenta lo spunto del nuovo libro di Kerbaker.
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