Nella Roma di primo Ottocento, mercoledì è il giorno migliore per comprare libri usati. Il mercato giusto è quello di piazza Navona, dove, per volontà del cardinale dEstouteville, già dal 1477 si concentra un gran numero di venditori «de libbracci». Ma non sono da soli, convivono con le bancarelle di generi alimentari, e sono contornati da ciarlatani e saltimbanchi. Si sentono degli intrusi e tali vengono percepiti dal popolino romano, tanto che il Belli nel scrive: «... e sti libbrari, che cce vienghen a ffà?» Ben altra aria si respira a Parigi dove allepoca i bouquinistes - da bouquin, in argot libro vecchio - si possono trovare ben sistemati lungo la Senna. Le loro mercanzie sono disposte sui parapetti in pietra e nelle boites vertes, le caratteristiche cassette da esposizione che fanno parte ormai della memoria collettiva. Localizzati dapprima al Pont Neuf, vanno pian piano occupando i marciapiedi lungo le due rive del fiume, e fino a sera inoltrata, illuminati dai becchi del gas, propongono i loro tesori di carta a un pubblico di collezionisti e turisti.
A Roma intanto, nel 1869, le bancarelle dei libri vengono spostate. Nuova destinazione, piazza del Paradiso che diventa il luogo preferito di bibliofili e studenti. Lo sarà fino al 1938 quando, per motivi razziali, il mercato chiude: i librai ambulanti sono quasi tutti ebrei. È questa solo una piccola parte della lunga storia raccontata dalla mostra «Les Bouquinistes. Librai ambulanti tra Parigi e Roma», in svolgimento presso la Biblioteca Nazionale Centrale. Sotto il segno dei libri doccasione, lesposizione è un incontro-confronto tra le due città, realizzato attraverso tutto ciò che a buon mercato si poteva comprare dai librai ambulanti nei due secoli passati.
Fino al 20 giugno. Ingresso libero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.