La biblioteca di Rebora rivive nel convegno a Stresa

Il critico Ludovico Gadaleta: "Non è stato facile ricostruirla: lui cercò di eliminare la sua gioventù"

La biblioteca di Rebora rivive nel convegno a Stresa
00:00 00:00

Era venuto al mondo a Milano nell'Epifania del 1885 Clemente Luigi Antonio Rebora, quinto dei sette figli di un fervente garibaldino (che però, segretamente, lo fece battezzare). La formazione fu quella tipica della buona borghesia meneghina del tardo Ottocento, che tirava su giovani colti ma non impazienti di farne sfoggio. Studiò - Liceo Parini e Accademia Scientifico-Letteraria -, poi insegnò, combatté e fu poeta di Frammenti (ma dal disegno solidamente unitario, come accade in Petrarca) e Canti (Anonimi, per "donarsi non visto agli altri"). Scrisse per La Voce, il periodico di Giuseppe Prezzolini che gli fu mentore per le prime pubblicazioni. Un giorno, però, incontrò una seconda nascita, a quel Dio dinanzi al quale tutto tace e si fa contemplazione: "La Parola zittì chiacchiere mie", confidò anni più tardi ricordando quell'ottobre del 1928 quando, durante una lezione sui Martiri Scillitani al Lyceum milanese, d'un tratto perse la parola e fu come "folgorato di pianto".

Era il primo segno della crisi religiosa che lo portò al noviziato e, nel 1936, all'ordinazione sacerdotale tra i Rosminiani, accompagnato nel cammino dal cardinale Schuster, che gli aveva somministrato la Prima Comunione nell'autunno del 1929, "adulto fra l'innocenza dei bambini". Morì a Stresa nel giorno di Ognissanti del 1957, e qui viene ricordato nel 140° anniversario della nascita, sabato 8 novembre alle 15.30, presso la chiesa del SS. Crocifisso (via per Binda 43), insieme a due voci coeve che hanno segnato il Novecento italiano, nell'incontro "Campana, Rebora, Montale: tre poeti e le loro biblioteche", quinta edizione dell'"Annuale reboriano" organizzato dal Centro di Studi Rosminiani.

Sia Campana sia Montale sono stati in contatto con Rebora, che ebbe una giovinezza ricca di relazioni intellettuali: tra le amicizie Banfi, Monteverdi, Malaguzzi, Cascella, Sibilla Aleramo e la pianista russa Lidia Natus, grazie a cui tradusse Tolstoj e Gogol. L'autore dei "Canti Orfici", coetaneo che sarebbe prematuramente scomparso nel 1932, conosce il Rebora "vociano" e ne condivide gli interiori travagli; Montale, spinto da Gianfranco Contini, lo incontrò a Domodossola dopo la conversione, e nel 1955 svelò al pubblico i "Canti dell'Infermità", capolavoro degli ultimi anni: "Poeta mistico Rebora fu sempre, fin da quando errava nella selva oscura", lo tratteggiò in un Necrologio dagli echi danteschi. Seppur sottovalutati da certa critica, furono proprio i "Canti", scritti dopo il malore che lo colpì nel 1954, a riportare Rebora sulla strada della poesia, ora però al servizio di una vocazione più alta.

Ne parleranno Gianni Turchetta (Università degli studi di Milano), che approfondirà la figura di Campana, Stefano Verdino (Università di Genova), sulle letture di Montale, e Ludovico Maria Gadaleta (Istituto della Carità), tra i massimi esperti rosminiani e reboriani, con "Giustiziar e libri e scritti e carte: la biblioteca di Rebora". "Non è stato semplice - spiega - ricostruire la raccolta del poeta, che spinto dalla radicale volontà di mutare vita rinnegando la gioventù laica e mazziniana vendette tutto a prezzo di carta straccia. Con pazienza abbiamo ritrovato un centinaio di volumi tra cui diversi messali, le poesie di David Maria Turoldo e l'amato Dante, fittamente annotato a lapis". Con un preciso codice-colore: al rosso, simbolo del fuoco e dell'ardore della fede, sono riservati i passaggi dedicati a Dio e ai valori positivi, mentre il blu, tono del freddo e dell'aridità spirituale, sottolinea i momenti bui del testo, con riferimenti al male, alla tentazione e al peccato. Un contrasto che tinge l'opera e la vita di un poeta che si sottrae alle schematiche riduzioni da manuale. Come accade, in fondo, per tutti i grandi.

Il Centro internazionale di Studi Rosminiani di Stresa celebra il 140° anniversario della

nascita di Clemente Rebora con il convegno "Campana, Rebora, Montale: tre poeti e le loro biblioteche", domani 8 novembre alle 15,30 presso alla chiesa del SS. Crocifisso (via per Binda 43, presso il Collegio Rosmini) a Stresa.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica