Bici e taxi per difendersi dallo sciopero

In molti invece hanno scelto l’auto per spostarsi, ma per il comando di piazza Beccaria non ci sono stati grandi ingorghi

Metropolitane bloccate, pochi autobus e tram in circolazione. Lo sciopero degli autisti dell’Atm - scattato alle 18 e terminato alle 22 di ieri - ha provocato disagi pesanti. La protesta si è svolta in tutta in Italia in orari distinti. A Milano il blocco è iniziato alle 18, quando migliaia di persone erano uscite dal lavoro per rientrare a casa. Nelle grandi stazioni del metrò (Loreto, Cadorna, Centrale e Duomo) è scattata la corsa per salire sugli ultimi treni. Chi non ce l’ha fatta è corso «in superficie» alla ricerca di un taxi. Si sono formate lunghissime code per salire sulle auto bianche. In piazza Duomo, alle 19.30, le persone in attesa erano diverse decine. «Ho provato a prenotarlo al telefono - racconta una giovane in fila - ma è impossibile, i centralini sono occupati, tanto vale portarsi avanti un po’ con la coda...».
In molti, sapendo della protesta, sono andati al lavoro in auto. Il traffico, dopo le 18, è aumentato a vista d’occhio. Tutte le pattuglie dei vigili in servizio sono state messe a guardia degli snodi più delicati e alle 20 la centrale della polizia locale poteva fare un primo bilancio: «Il traffico è stato più sostenuto del normale ma non abbiamo avuto ingorghi di grandi dimensioni - spiegano gli agenti davanti ai monitor -. Dove si è aspettato di più? Nella zona di piazzale Loreto e vicino a piazza Bolivar, dove tra l’altro sono in corso dei lavori».
Meglio è andata a chi ha scelto la bici per tornare dall’ufficio. In centro, ieri sera, colpiva il gran numero di ciclisti che zigzagavano sui marciapiedi. «Molti più del solito, è vero» nota divertito un commerciante in piazza Mercanti. Alla vicina fermata del tram un gruppo di stranieri scruta l'orizzonte, sbuca un tram della linea 2. È uno dei pochi in circolazione e a bordo sono in molti. C’è chi scende e a passo svelto si avvia verso casa, chi spinge per salire.
I disagi, in mattinata, c'erano stati invece per i passeggeri degli autobus gestiti dalle Ferrovie Nord e che viaggiano tra le province di Milano, Como, Varese e Brescia. Regolari invece i convogli, sia delle Nord che di Trenitalia.
La protesta riguardava infatti gli autoferrotranvieri. Vi hanno aderito tutte le sigle sindacali, confederali in testa, per protestare contro il mancato rinnovo della parte economica del contratto nazionale di categoria. In ogni città si è scelto quando far scattare le quattro ore di stop concesse. Milano ha preferito la fascia serale «che crea disagi, lo sappiamo e ci dispiace, ma in misura minore rispetto alle altre» spiega Nino Cortorillo, segretario della Fit Cgil milanese. Quanto alle adesioni, i dati di azienda e sindacati non si discostano molto.

L’Atm parla del 63 per cento di vetture ferme per la protesta, la Cgil - considerando alcuni depositi campione - dell’80. È stato invece totale, come detto, il blocco dei metrò. «Se ci sono altre proteste in vista? Non a breve, entriamo nel periodo delle elezioni durante il quale non è possibile proclamare scioperi» conclude Cortorillo.

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