Biglietto in metrò Nella città dell’Expo «famolo strano...»

Ultime dal centro di Milano, zona Repubblica, anzi proprio la piazza. Avete presente le stazioni della metropolitana e del passante ferroviario? Belle strutture, moderne, spazi ampi, scale mobili, ascensori, biglietterie automatiche. Ecco, mi fermerei a quest’ultimo servizio. Dunque se lo straniero o cittadino del luogo avesse voglia di acquistare il biglietto, detto «ticket» perché fa più «trendy», dovrebbe sapere che i distributori dei suddetti, dico quelli della metropolitana, sono fuori uso, c’è una croce sul video che avverte il momentaneo sbarellamento dello stesso, anzi degli stessi perché le macchine sono più di una. Allora che può fare l’ignaro? Chiede informazioni a un tecnico che sta cercando di rimettere in funzione il distributore e qui viene il bello: «passi pure il varco, oltre l’accesso ai treni del metro c’è un’altra macchina, là può pagare, poi rientra al di qua delle obliteratrici, fa punzonare il biglietto e prosegue di nuovo». Tutto vero, con testimoni sorridenti, non c’è anima viva di personale viaggiante o stanziale delle MM, le ore sono le diciassette, Milano non deve aspettare l’expo 2015, già oggi è una esposizione di fantasie assortite, è una fiera di cose belle, dal caos niente affatto calmo di porta Garibaldi, con chicane che sui circuiti di formula 1 se le sognano, ai Navigli che secondo il Comune sono un fiore all’occhiello ma deve trattarsi di fiori di plastica e di occhielli sfilacciati.

Ma quella del biglietto da acquistare dopo essere entrati mi fa venire in mente la storiella del soldato che usciva dalla caserma rinculando, facendo finta di entrare. Questa almeno faceva ridere. Alla prossima, con molta letizia.

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