Daria Bignardi, ha vinto la 25ª edizione del Premio «Carige donne scrittrici». Una sorpresa e una grande soddisfazione per la sua prima fatica letteraria. Era arrivata dalla sardegna a Rapallo con il marito Luca Sofri che lha seguita, minuto per minuto, durante la cerimonia.
Ma quali sono le vere passioni di Daria Bignardi, protagonista principe ormai delle nostre serate televisive?
È vero, Bignardi, che la passione per la scrittura è antica in lei?
«Da tempo volevo scrivere, da tempo avevo in mente questa storia, dopo la morte di mia madre».
Ma anche da piccola, otto anni, lei scrisse il suo primo... romanzo.
«È così. Era di otto pagine. Si intitolava «Lillusione perduta».
Poi è arrivata la passione per il... «Grande Fratello».
«Proprio passione no. Fu un tentativo che andò bene, ma nessuno, nemmeno io pensavo dovesse diventare un nuovo percorso televisivo.
E ancora la passione per le interviste...
«Ho sempre amato confrontarmi con la gente. Parlare e dialogare con tutti. Già in passato ebbi trasmissioni di libri, nelle quali esponevo e intervistavo letterati».
Fra i suoi molti intervistati chi è stato il più... passionale?
«Difficile ricordare, sono passati davanti a me tanti personaggi, uomini, donne, giovani e vecchi».
Forse il ministro Brunetta?
Ride divertita «Certamente lui è stato passionalissimo, unintervista molto movimentata. Si, si, la passione non è mancata».
Daria, è vero che ha già pronto il suo secondo romanzo?
«No, non è vero. Anche se penso di continuare su questa strada. Il premio Carige mi ha dato una forte spinta. Quindi continuerò a scrivere, ma non so quando e come».
Pensava di battere ottime scrittrici come la Capriolo e la Badnjevic?
«Davvero no. Due ottimi libri, due ottime scrittrici. Era, alla vigilia, una dura lotta. Per questo sono doppiamente contenta».
E adesso ancora «Lera glaciale»?
«Ormai è il destino, la mia passione.
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