Passato tra mille polemiche il Piano di governo del territorio, oggi i consiglieri tornano in aula. E non è difficile prevedere che il clima a Palazzo Marino tornerà immediatamente a essere incandescente. In calendario il Bilancio di previsione del 2011. Latto ordinario (il piano urbanistico si discute ogni trentanni) più importante. Una delibera che decide tariffe, spese e investimenti incidendo immediatamente sulla vita dei milanesi. Ma ad esacerbare gli animi questa volta ci sono gli strascichi del Pgt e lavvicinarsi delle prossime elezioni comunali con una campagna elettorale che prevedibilmente partirà proprio con la discussione sul bilancio. Il cammino in aula, interrotto per lasciare spazio al Pgt che per legge doveva essere approvato entro il 14 febbraio, si era fermato con 125 emendamenti o modifiche del testo discussi (15 approvati, 30 respinti, 79 ritirati, 1 decaduto). Il che significa che ne rimangono 764 sugli 889 depositati per la maggior parte da sinistra e centrosinistra. «Si tratta - ricapitola il presidente del consiglio Manfredi Palmeri - della decima seduta dedicata al preventivo e in particolare della sesta per l'esame delle proposte di modifica al testo proposto dalla Giunta, tutte finora dedicate alla relazione previsionale e programmatica. Vanno anche ripetute due votazioni non fruttuose, in quanto il numero di favorevoli è stato pari a quello dei contrari».
Va bene fare ostruzionismo, ma così è troppo fu il durissimo jaccuse del sindaco Letizia Moratti, dellassessore al Bilancio Giacomo Beretta e di tutto il Pdl contro lopposizione impegnata in un muro contro muro che portò allo slittamento del voto finale e al rischio che i finanziamenti per i progetti arrivino a primavera inoltrata, forse perfino dopo il voto. Con la contabilità del Comune oggi in esercizio provvisorio, cioè stretta in vincoli rigidissimi sulle spese. Il nodo su cui non si trovò laccordo erano i fondi anti crisi. Col Pd a chiedere 30 milioni e il Comune disposto a concederne 8.
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