«Bilancio comunale esemplare I milanesi trattati da azionisti»

Milano «continua a rimboccarsi le maniche», ancora una volta. «Come la nostra Madonnina - sorride Letizia Moratti -, che non ha le mani in atteggiamento di preghiera ma di lavoro». Milano, ha puntualizzato ieri il sindaco presentando in consiglio comunale il bilancio preventivo per il 2007, «investe 610 euro di risorse aggiuntive per ogni cittadino contro le 346 di Roma», è «orgogliosa di produrre il 10% del Pil nazionale anche se in cambio riceve meno del 3 per cento, versa allo Stato 5,7 miliardi di euro all’anno sebbene di questi ne ritornino solo 800 milioni». Non importa, insomma, se i contributi diretti dello Stato a un cittadino milanese ammontano a 150 euro all’anno mentre per un romano arrivano a 353. La città motore d’Italia «sente la responsabilità di contribuire allo sviluppo del Paese» e «continuerà a farlo, augurandosi di poter avere dal Governo l’attenzione che merita». Rincara la dose il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. A fianco della Moratti in qualità di «consigliere anziano», come lui stesso ha ironizzato prima della seduta, si è detto «orgoglioso», ha lodato il bilancio del sindaco come «un lavoro da capo di azienda, quello che un amministratore pubblico deve fare». Quello che si vive oggi «è un carnevale ributtante che allontana molto i cittadini dal mondo della politica. Quando leggeranno invece i risultati del bilancio Moratti credo che si potranno un po’ riconciliare con la politica, che non è tutta un carnevale, ma c’è anche gente seria che lavora seriamente». I milanesi «sono stati trattati come azionisti», puntualizza Berlusconi. Ai tagli della Finanziaria - 47,5 milioni di euro - il sindaco ha risposto «eliminando 150 auto blu, riducendo le spese di luce e telefono, risparmiando il 15% sulle spese correnti per un totale di 13 milioni, risparmiando anche sui costi per le pulizie». Un «bilancio esemplare», prosegue, perché Milano azzera l’Ici a 100mila famiglie e lo riduce a tutte, non introduce l’Irpef, offre nuovi servizi come il bonus bebè. Per l’opposizione «sarà difficile opporsi». La giunta Moratti, conclude, è «il paradigma di cosa significa secondo me una buona amministrazione, perciò invierò a tutti gli amministratori della Cdl, come ho fatto con Albertini, il libro con i risultati di questo bilancio».
Dai banchi della maggioranza è una standing ovation al sindaco. «Abbiamo condiviso il metodo di confronto positivo e costruttivo», sottolinea il capogruppo di Fi Giulio Gallera, seduto in aula accanto al leader del suo partito. A Roma, sostiene il capogruppo di An Carlo Fidanza, «la parola d’ordine è Dico, a Milano invece è faccio». Il bilancio ha «a tal punto incontrato l’approvazione della Lega», sottolinea il capogruppo Matteo Salvini, che il gruppo ha rinunciato a intervenire in aula.

Ma il Carroccio chiede alla Moratti di prendere atto che «per Milano non esistono che due strade per il futuro: o il federalismo fiscale, o la secessione».
Sui banchi opposti, la capogruppo dell’Ulivo Marilena Adamo definisce invece la manovra «un preventivo modesto, di rinvio, che non affronta nessuno dei nodi problematici aperti».

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