Centocinquantamila fotocopie, probabilmente anche qualcuna di più. Una vera e propria valanga di carta e inchiostro minaccia di travolgere Palazzo Marino alle prese con gli emendamenti al bilancio 2006. Per capirsi, la giunta e lassessore competente hanno stilato le linee guida e la contabilità per il prossimo anno. Un documento che deve passare attraverso lapprovazione del consiglio. E qui, come sempre, cominciano i problemi. Lopposizione organizza il consueto ostruzionismo. E cala i suoi 446 emendamenti, proposte di modifica da dividersi tra motivate e pretestuose. Decine di ore di discussione e votazioni sufficienti a far slittare lapprovazione e dopo il 31 gennaio. Sottoponendo quindi il bilancio ai tagli previsti dalla Finanziaria che nel frattempo sarà approvata a Roma. Meno soldi da spendere per il centrodestra ancora al timone di Palazzo Marino. E, dunque, pronta la contromossa. Milleottocentoventi emendamenti presentati per far decadere quelli dellopposizione e abbreviare i tempi della discussione. Una partita a scacchi, il cui totale fa 2.265 emendamenti presentati. E fotocopie per il sindaco, sessanta consiglieri e qualcun altro che ne ha diritto. Il totale fa oltre 150mila, una montagna di carta che nessuno leggerà mai. Alla faccia dellambiente.
Ieri lavvio della discussione. Con i primi inevitabili scontri. Scende in aula anche il sindaco Gabriele Albertini. Al grande suk di Palazzo Marino si tratta, il mercato degli emendamenti per qualche giorno sarà la principale attività. Si tenta un accordo. Il centrodestra offre di appoggiare una ventina di modifiche alla «relazione previsionale». In cambio la sinistra rinuncerà a discuterne altrettanti accelerando i tempi. La pace dura il tempo di una votazione. Quella sui rifugiati politici a cui offrire accoglienza.
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