Cronaca locale

La bimba di 17 mesi ustionata con lo spray già tolta ai genitori

La mamma resta in carcere e il tribunale ha avviato la procedura di adottabilità

La bimba di 17 mesi ustionata con lo spray già tolta ai genitori

Non è stata solo allontanata dai genitori, ma per lei il Tribunale dei minori ha avviato anche la procedura di adottabilità. Da martedì scorso la bambina di appena un anno e mezzo entrata e uscita per mesi dagli ospedali a causa delle ustioni che venivano provocate dalla mamma con il deodorante spray, si trova ancora in una comunità protetta. «Protetta» proprio da sua madre, proprio da colei che avrebbe dovuto essere il suo primo schermo dal mondo e che ora invece è stata portata ben lontana, in carcere, con l'accusa di maltrattamenti aggravati. «Protetta» anche dal padre, visto che anche a lui, almeno per il momento, è stata sospesa la potestà. Protetta da chi l'ha messa al mondo, ma poi si è sganciato in qualche modo dalla realtà.

La mamma, neanche 28 anni, ieri è stata sentita dal Tribunale dei minori e lì è stata fatta parlare, tanto di sé, di lei, di loro, ha continuato a ripetere che non ha fatto niente di quello che l'accusano e che comunque non si ricorda, e che mai e poi mai avrebbe voluto farle del male proprio no... Con lei ieri c'erano i suoi avvocati, Vincenzo Sparaco e Emmanuele Panza che ora chiederanno una perizia psichiatrica. Gli esperti dicono che potrebbe essere una malattia, vera, mentale, con un nome scientifico, si chiama la «sindrome di Munchausen per procura» ed è una forma di abuso, che un genitore, un badante, o chi si occupa di persone con handicap esercita su chi dovrebbe assistere, curare, comunque su una persona fragile per attirare drammaticamente l'attenzione su di sé. Questo è quello che suppongono possa essere successo anche nella mente di questa giovane donna che spruzzava lo spray su quel corpicino per poi portarla all'ospedale e chiedere che qualcuno curasse le ferite. Finchè al Policlinico di Milano qualcuno si è insospettito, è stato dato l'allarme che ha fatto partire le indagine e hanno portato all'arresto della madre.

«Su questo però siamo in attesa - spiega l'avvocato Sparaco - del riesame del tribunale perché possa essere affidata presso una zia o un luogo di cura per avviare un supporto psichiatrico». Nel frattempo sono due i procedimenti che vengono portati avanti. Il primo, cautelare e temporaneo che ha previsto ad oggi la collocazione della piccolina in una comunità protetta, separata al momento dalla madre e dal padre ma anche da nonni e dagli zii. «Ma non è definitivo.

È stata infatti aperta anche una procedura di adottabilità, ma l'ipotesi di recedere totalmente il legame con la famiglia è remota - spiega - quindi c'è l'intenzione di vagliare un collocamento presso il nucleo allargato. Potrebbe essere il padre, i nonni cioè i genitori della donna, o gli zii. Abbiamo già fatto istanza».

L'obiettivo ovviamente «è fare il bene della bambina», quindi darle il tempo di ambientarsi nella comunità per poi «riprendere contatti con la nonna e lo zio».

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